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Tanti auguri, Snoopy! Il bracchetto di Schulz compie 65 anni. E si…

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sessantacinque anni

Tanti auguri, Snoopy! Il bracchetto di Schulz compie 65 anni. E si prepara al grande schermo

Sessantacinque anni. E sentirli tutti, perché il mondo è cambiato e Snoopy è cresciuto con lui. Il beagle (o bracchetto, all'italiana) più famoso della storia del fumetto, nato dalla matita di Charles Monroe Schulz, festeggia un compleanno importante. La prima striscia che lo ritrae era apparsa sui quotidiani americani il 4 ottobre 1950, ma il suo creatore volle fissare la data di nascita nel pieno di agosto: il 10, da allora anniversario ufficiale per gli amanti di un'icona che si è evoluta e ha cambiato mille vesti in mezzo secolo di vita.

Lasciando il segno ovunque, come testimonia la collezione impressionante di apparizioni della sua serie (picchi di 2.600 riviste in75 paesi e 21 lingue) e le ricorrenze che hanno fatto fermare il mondo e applaudire, ancora una volta, l'eterogeneo mondo dell'infanzia dei Peanuts.

Dalle origini al successo, i 1000 volti di Snoopy
Nelle sue primissime incursioni, c'era poco dello Snoopy che conosciamo: un cucciolo timido, impacciato come il suo padrone Charlie Brown, uso alle quattro zampe e non alla posizione eretta che avrebbe guadagnato qualche anno e diverse vignette dopo (1957). Niente a che vedere con il beagle (trasformato da una traduzione un po' troppo elastica nel “bracchetto” italiano) che passa senza imbarazzi dalle sfide del cielo con il Barone Rosso al tennis professionistico, dalla non sempre felice carriera di scrittore agli occhiali da sole di Joe Falchetto (Joe Cool), il prototipo del playboy da college che distribuisce sguardi insinuanti sopra al suo maglione a collo alto.

Snoopy ha esercitato un'influenza duratura sulla cultura pop, il più indelebile dei personaggi nati dal talento riflessivo di Schulz. Se Charlie Brown e i suoi amici vita escono dalla middle class americana degli anni '50 e dal vissuto dello stesso Schulz, Snoopy è l'outsider in bilico tra la routine di quartiere e la vertigini di un cane istrionico che riesce a solcare cieli di guerra senza rinunciare alla rivalità con il gatto dei vicini e all'attesa della cena servita dal «bambino con la testa rotonda». Lo dicono anche i suoi travestimenti, figli di un mondo immaginario che sconfigge le leggi della fisica e degli spazi ordinari. Snoopy è un eroe della Prima Guerra Mondiale, a bordo di un velivolo che ha la fattezze del tetto della sua cuccia. È un romanziere che riassume meglio di chiunque altro crisi, vezzi, bizzarrie e genialità della categoria umana degli scrittori – oltre ad immortalare l'incipit per eccellenza, quel «It was a dark and stormy night» rubato con permesso a Edward-Bulwer Lytton e riecheggiato da Umberto Eco nel primo capitolo del Nome della Rosa («Era una bella mattina di inizio novembre)». È l'anello di congiunzione tra il mondo bambino dei Peanuts, a cominciare dal suo padrone Charlie Brown, e lo humour intelligente di Schulz: un'ironia adulta, non nel senso della volgarità - grande assente dalle 18mila strisce disegnate - ma della ricchezza di riferimenti colti, letterari e popolari in un universo dove gli adulti non appaiono mai.

A novembre il debutto sul grande schermo
Gli auguri arrivano anche dall'Italia, dove la famiglia Penauts ha dato il nome a un tempio del fumetto cartaceo come il Linus di Oreste del Buono. L'artista Flavio “Solo” Carbonaro ha omaggiato Snoopy con un murales sugli ex uffici della dogana di San Lorenzo, a Roma: il bracchetto sdraiato sulla sua cuccia, con torta, stelle cadenti e il fido Woodstock (l'uccellino che gli fa da spalla, ribattezzato così dopo il maxiconcerto del 1969) a fianco. Nel frattempo, è già scattato il conto alla rovescia per un altro debutto: il grande schermo. Il prossimo novembre sbarcherà nelle sale «Snoopy&Friends – Il film dei Peanuts» (titolo originale: The Peanuts Movie), un film 3D prodotto da Blu Sky Videos e distribuito dalla 20th Century Fox. A dirigerlo lo stesso Steve Martino della saga dell'Era Glaciale, con sceneggiatura (quasi) tutta in casa Schulz: è stata scritta da Craig e Bryan Schulz, rispettivamente figlio e nipote di Charles, insieme al giovane Cornelius Uliano. La trama si regge su due dei leitmotiv più noti agli affezionati dei Peanuts, la sfida di Snoopy al Barone Rosso e la malinconia di Charlie Brown per il trasferimento della “ragazzina dai capelli rossi”, l'amore platonico che vive a pochi isolati dalla casa del protagonista.

E non è tutto, perché entro la fine dell'anno dovrebbe fare la propria comparsa la nuovissima versione televisiva delle “noccioline”. La Dall'Angelo Pictures si è aggiudicata un accordo con la francese Normaal Animation per la distribuzione italiana di una serie da 500 puntate da 90 secondi ciascuna, per ora trasmessa solo in francese. Per chi preferisce la carta, la lista di pubblicazioni è lunga quanto la sterminata produzione di Schulz. Solo per restare tra i più recenti, Baldini&Castoldi ha appena pubblicato «Uno, nessuno, centomila Snoopy» (2013): un catalogo dei 176 travestimenti, o meglio, delle 176 personalità adottate dal bracchetto nella sua vita. Di fantasia, o quasi.

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