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Convince a metà «Ant-Man», nuovo capitolo…

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Convince a metà «Ant-Man», nuovo capitolo dell'universo cinematografico Marvel

Tempo di supereroi nelle sale italiane: esce questa settimana uno dei blockbuster più attesi dell'estate, «Ant-Man», ispirato ai fumetti della Marvel Comics. In pochi in Italia conoscono bene questo personaggio, nato su carta nel 1962, capace di rimpicciolirsi e di avere una forza sovrumana. Diretto da Peyton Reed, il film vede protagonista Paul Rudd nei panni di Scott Lang, un abile ladro che aiuterà il dottor Pym a proteggere il potente costume di Ant-Man da nuove, terribili, minacce.

Non è la regia di Reed, piuttosto scolastica, il pregio maggiore di questa operazione che convince a metà: molti meriti vanno alla sceneggiatura, scritta da Joe Cornish ed Edgar Wright, con quest'ultimo – già autore di pellicole come «Hot Fuzz» e «Scott Pilgrim vs. the World» – che avrebbe anche dovuto dirigere il film prima di alcune “divergenze creative” con la produzione.

Lo script porta il suo marchio, ironico e beffardo, permettendo al progetto di non prendersi troppo sul serio e di riuscire a divertire per larghi tratti. Peccato però che alcuni passaggi siano un po' superficiali e non siano poi molte le sequenze da ricordare dal punto di vista visivo: colpisce, indubbiamente, il micro-mondo, ma chi è abituato agli effetti speciali dei film sugli Avengers potrebbe rimanere deluso. In fondo, senza troppe pretese ci si può accontentare, ma di certo non è il film memorabile che alcuni si auguravano.

Meno interessante e originale è «Come ti rovino le vacanze» di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein con Ed Helms. L'attore (noto per «Una notte da leoni») interpreta un padre di famiglia che organizza una curiosa vacanza on the road per la moglie e i figli. Il fine è quello di raggiungere un parco di divertimenti, ma le cose non andranno come previsto. Diretto da due esordienti (e si vede), è un film acerbo e ingenuo, povero di idee e troppo simile a tante altre commedie a stelle e strisce uscite negli ultimi anni. Si ride poco, si sbadiglia molto, e Ed Helms fatica a reggere un film unicamente sulle sue spalle (o quasi). Un'opera da dimenticare, insufficiente sotto tutti i punti di vista.

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