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Festival di Locarno: Pardo d'oro al sudcoreano Hong Sang-soo

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Festival di Locarno: Pardo d'oro al sudcoreano Hong Sang-soo

  • –di Andrea Chimento

Il Pardo d'oro 2015 parla coreano: il premio più importante del Festival di Locarno è andato a «Right Now, Wrong Then» di Hong Sang-soo, già vincitore del Pardo per la miglior regia con «Our Sunhi» nel 2013.
Al centro della trama un regista che atterra con un giorno d'anticipo nel luogo dove, l'indomani, si terrà una proiezione del suo ultimo film. Mentre si trova a ingannare il tempo, conosce una ragazza con cui nasce immediatamente un buon feeling.
È una pellicola delicata e capace di emozionare, nonostante ricordi troppo da vicino diverse altre opere dell'autore sudcoreano: il protagonista Jung Jae-young, inoltre, ha vinto il Pardo per la miglior interpretazione maschile.

Altro riconoscimento fondamentale è il Premio speciale della giuria assegnato un po' a sorpresa a «Tikkun», un sorprendente dramma religioso girato in un elegante bianco e nero diretto dal poco conosciuto autore israeliano Avishai Sivan.
Decisamente più famoso è Andrzej Zulawski, vincitore del prestigioso titolo di miglior regista: il controverso «Cosmos» ha diviso la platea di Locarno e in molti sono rimasti delusi dal ritorno di un autore che ha diretto film (di ben altro calibro) come «Possession» (1981) e «Sul globo d'argento» (1988).

Come miglior attrici sono state scelte le quattro protagoniste di «Happy Hour» di Hamaguchi Ryusuke (Tanaka Sachie, Kikuchi Hazuki, Mihara Maiko, Kawamura Rira): un film di oltre cinque ore per raccontare, attraverso la storia di quattro amiche, la difficile condizione femminile in Giappone.

Nelle sezioni collaterali, il Concorso Cineasti del Presente ha assegnato il Pardo d'oro a «Thithi» di Raam Reddy, che ha ottenuto anche il premio Swatch First Feature Award per la miglior opera prima; mentre il Premio speciale della giuria è andato al documentario «Dead Slow Ahead» dello spagnolo Mauro Herce e quello per il miglior regista emergente a «Kaili Blues» del cinese Bi Gan.

Peccato che nel palmarès non abbia trovato spazio «Bella e perduta» di Pietro Marcello. Applaudito dalla critica, il film del regista italiano, a metà tra la fiaba e il documentario impegnato, è stato uno dei titoli più coraggiosi e intensi del Festival di Locarno 2015: avrebbe meritato un riconoscimento importante.

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