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Nelle sale arriva il film dei Minions: i più piccoli lo ameranno

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CINEMA

Nelle sale arriva il film dei Minions: i più piccoli lo ameranno

Tempo di animazione nei cinema italiani: nella settimana in cui è passato in sala (per pochi giorni, come evento speciale) «Quando c'era Marnie», ultimo e bellissimo film dello Studio Ghibli, trova spazio anche «Minions», titolo che, al contrario, rimarrà (molto probabilmente) nei nostri cinema per diverso tempo.

Spin-off della saga di «Cattivissimo Me», il film racconta la genesi e l'evoluzione dei simpatici esserini gialli perennemente al servizio dei padroni più malvagi. Faraoni, tirannosauri, vampiri e persino Napoleone si avvicendano come capi della truppa dei Minions: ma, ora, gli imbranati protagonisti golosi di banane, sono rimasti senza un padrone e sono caduti in depressione. Uno di loro, Kevin, potrebbe avere l'idea giusta per farli uscire da questa triste situazione.

Aperto da un incipt molto divertente, il film si adagia poi su uno schema narrativo consolidato e su un apparato visivo ormai non più sorprendente: ma la simpatia dei personaggi e le gag, elementari ma efficaci, faranno comunque la gioia dei più piccoli.
Godibili, in particolare, diverse sequenze ambientate a Londra, dove, al servizio di una nuova padrona, tre minions finiranno addirittura alla corte della Regina d'Inghilterra e uno di loro avrà l'onore d'indossare la preziosa corona.
Può piacere anche agli adulti, a patto che non abbiano eccessive pretese.

Di minor intrattenimento è «Professore per amore» di Marc Lawrence con Hugh Grant.
L'attore interpreta uno sceneggiatore in crisi creativa, un tempo vincitore del premio Oscar e felicemente sposato, e oggi divorziato e sul lastrico. Deciso a racimolare qualche soldo facilmente, decide di trasferirsi e tentare la strada dell'insegnamento: sarà un cambiamento anche sul versante amoroso.
Innocua e banalissima commedia sentimentale, «Professore per amore» è talmente prevedibile nelle sue svolte narrative da risultare pedante: i dialoghi sono superficiali, i personaggi stereotipati, il copione pieno di cliché.
Anche Hugh Grant gioca di maniera, risultando poco intenso e piuttosto svogliato.

Infine, da segnalare tra le nuove uscite anche «La bella gente», opera seconda di Ivano De Matteo, realizzata nel 2009 e che ha trovato finalmente una distribuzione nelle nostre sale. Al centro c'è una coppia altolocata: Alfredo è un architetto, Susanna una psicologa.
Poco dopo essere arrivati alla loro tenuta di campagna, i due avranno un nuovo obbiettivo nella vita: Susanna incontra una giovanissima ragazza costretta a prostituirsi e decide di aiutarla, provando ad allontanarla dalla strada.

Opera indubbiamente forte e basata su uno spunto importante, «La bella gente» soffre però di una resa un po' acerba che il futuro regista de «Gli equilibristi» e «I nostri ragazzi» affinerà col tempo.
Seppur in grado di far riflettere, è una pellicola vittima di alcuni passaggi narrativi poco credibili e di una sceneggiatura complessivamente altalenante.
Il cast è in buona forma, ma non basta per convincere fino in fondo.

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