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CINEMA

Mostra di Venezia: l'Italia debutta in concorso con «L'attesa», opera prima di Piero Messina

Parte male il cinema italiano all'interno della competizione veneziana: «L'attesa», opera prima di Piero Messina, delude le aspettative della vigilia ed è stato accolto in maniera piuttosto fredda (si sono sentiti anche diversi fischi al termine della proiezione) da parte della stampa internazionale. Ambientato in Sicilia, ha per protagonista Juliette Binoche nei panni di Anna, una donna segnata da un lutto improvviso. Poco dopo, alla sua porta appare Jeanne, ragazza francese fidanzata con suo figlio Giuseppe. Ma quest'ultimo, che l'ha invitata a trascorrere qualche giorno insieme nella villa di famiglia, non c'è e Jeanne dovrà aspettarlo.

Già assistente di Paolo Sorrentino, Messina dimostra una certa personalità visiva, ma la sua creatività viene presto minata da un copione poco verosimile e contrassegnato da continui momenti di stanca. Troppo macchinosi i due colpi di scena conclusivi e rarissimi i momenti da ricordare positivamente: è un esordio piuttosto acerbo e privo di quel fascino che in molti si auguravano di trovare. Brava Juliette Binoche, ma non è certo una novità.

In concorso ha trovato spazio anche «The Danish Girl» di Tom Hooper, con Eddie Redmayne. L'attore interpreta Einar Wegener, un pittore che, nella Copenaghen degli anni Venti, ha iniziato a posare per i dipinti della moglie con abiti da donna. Sempre più a suo agio nelle nuove vesti, porterà alla luce quel lato femminile che ha avuto dentro di sé fin da bambino. Storia vera della prima persona che si è sottoposta a un intervento chirurgico per cambiare sesso, il film è un biopic interessante soltanto a tratti, che si appoggia eccessivamente ai tipici cliché hollywoodiani del genere.

La confezione visiva e sonora è discreta, ma la sceneggiatura è troppo studiata a tavolino, forzata in alcuni passaggi e vittima di una serie di eccessi retorici che trovano il loro coronamento nel melodrammatico finale. Un film furbissimo e realizzato ad hoc per avere successo nella corsa ai prossimi premi Oscar, dove (visto il tema, ma anche il modo in cui è trattato) potrebbe partire tra i favoriti.

Ultimo film in concorso della giornata è «Equals» di Drake Doremus. Ambientato in una società dispotica del futuro, dove gli esseri umani vengono educati a non avere emozioni, racconta di un ragazzo e una ragazza che iniziano a provare dei sentimenti l'uno per l'altra. Riusciranno ad avere la meglio sul sistema e costruire un futuro insieme?

Fiacco melò privo di ambizioni fantascientifiche, è un film inutilmente laccato, povero d'idee e che sa troppo di già visto. Prevedibile nel suo andamento narrativo, «Equals» genera più sbadigli che emozioni e anche i due protagonisti (Nicholas Hoult e Kristen Stewart) non sono un granché.

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