Cultura

Alla Tate il Pop è globale

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Londra

Alla Tate il Pop è globale

LONDRA - Tutti conoscono la Pop Art. Andy Warhol e Roy Lichtenstein, il viso di Marilyn Monroe e la bottiglietta di Coca-Cola, la scritta Whaam! e le immagini prese dai fumetti, dalla pubblicità e dai cartoni animati. Questa é stata la Pop Art, giusto? No, sbagliato. La Pop Art è stata molto di più, e soprattutto non è stata solo un fenomeno Nordamericano ma ha conquistato l'America Latina e l'Asia, l'Europa e il Medio Oriente.

La nuova mostra di Tate Modern, dal titolo “The World goes Pop”, esplora l'influenza del movimento e punta i riflettori su Paesi e artisti finora trascurati. Oltre 160 opere create tra gli anni Sessanta e Settanta dimostrano la creatività di artisti che hanno dato una loro interpretazione personale del movimento artistico. Dall'Austria all'Argentina, dal Giappone all'Iran, dal Brasile alla Spagna e dall'Islanda all'Italia, il Pop è stato un movimento globale finora poco riconosciuto.

“La Pop Art nel mondo non ha significato solo la cultura popolare nordamericana, ma è emersa in forme diverse simultaneamente e spesso con un atteggiamento ambivalente, se non apertamente ostile, alla nozione implicita di dominio economico e artistico americano, - spiega Jessica Morgan, direttrice della mostra. – E' ora di riconoscere questo ruolo vario e variegato della Pop Art al di fuori del canone occidentale.”

Molti dei 64 artisti rappresentati sono nomi poco noti. Tate Modern ha cercato in particolare di dare la giusta visibilità a numerose donne il cui contributo all'evoluzione del movimento non è stato pienamente apprezzato. La mostra presenta le opere di 25 artiste, tra cui la femminista americana Judy Chicago, la pacifista austriaca Kiki Kogelnik e la scultrice italo-brasiliana Anna Maria Maiolino.

La Pop Art voleva sfruttare i temi e l'iconografia del consumismo per creare opere belle da vedere che spesso fanno dell'ironia, o criticano in modo esplicito, la società che le ha create. Secondo la Morgan, mentre il grande successo di Warhol & Co ha portato la Pop Art nordamericana a essere inghiottita dal marketing e dalla commercializzazione, in altri Paesi il movimento ha avuto connotati e contenuti molto diversi di protesta sociale e satira politica.

L'aspetto è simile, con linee calcate, immagini in technicolor, forte impatto visivo, ma il messaggio è sovversivo e ha una forte valenza politica. La ripetitività delle immagini è la stessa di Warhol, ma nei quadri dell'italiano Mario Schifano si ripete il simbolo comunista della falce e martello, in quelli del brasiliano Claudio Tozzi il pugno chiuso levato. L'altro artista italiano in mostra, Sergio Lombardo, dipinge la silhouette di Kennedy e Krusciov, i due politici che nel 1962 rappresentavano i due schieramenti opposti.

The World Goes Pop - 17/9/15- 24/1/2016 -Tate Modern - Londra

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