Cultura

Grande Christopher Plummer, ma «Remember» convince a metà

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venezia 2015

Grande Christopher Plummer, ma «Remember» convince a metà

Notevoli prove d'attore alla Mostra di Venezia: più dei film, nella giornata odierna colpiscono le performance di due grandi interpreti come Christopher Plummer e Alfredo Castro.
Il primo è al centro di «Remember» di Atom Egoyan, in cui veste i panni di un uomo anziano, rimasto vedovo da poco e sofferente di demenza senile. Dopo aver scoperto che la guardia nazista responsabile dell'assassinio della sua famiglia vive in America sotto falsa identità, parte per farsi finalmente giustizia.

Più che un thriller (genere in cui Egoyan si muove abitualmente) è un dramma senile sul tema della memoria, toccante a tratti e capace di intrattenere nel modo giusto almeno nelle prime battute.

Peccato, però, che qualche eccesso di troppo (forzata la sequenza a casa del poliziotto) e un paio di colpi di scena posticci minino il risultato finale. Godibile, ma altalenante e un po' furbetto. Strepitoso, in ogni caso, Christopher Plummer, ma anche Martin Landau (vero demiurgo dell'intera vicenda) non è da meno.

In concorso ha trovato spazio anche «Desde allá», esordio di Lorenzo Vigas con Alfredo Castro.
L'attore interpreta Armando, un uomo benestante di mezza età, che, nella Caracas di oggi, adesca ragazzi di strada con il denaro: non li tocca, ma vuole soltanto vederli da vicino.
Con il giovane teppista Elder, però, nasce qualcosa di diverso: il loro primo incontro si chiude in maniera violenta, ma Armando non si scoraggia e incomincia a cercarlo sempre più insistentemente. Nascerà un'intimità inattesa.

È un'opera prima di grande interesse, rigorosa nella messinscena e capace di coinvolgere fin dalle sequenze iniziali. Lo spettatore viene trascinato in un universo di povertà e degrado, dove solo i soldi contano e possono comprare qualsiasi cosa. Tra i due protagonisti s'innesca una relazione torbida e ambigua, accompagnata da continui capovolgimenti narrativi, a volte credibili e intensi, altre volte un po' troppo caricati e prevedibili.

Il risultato è comunque incisivo, nonostante alcuni momenti didascalici e una regia che sfiora spesso la maniera. Ottima performance di Castro, abituale protagonista dei film del cileno Pablo Larraín.

Fuori competizione, invece, è stato presentato «De Palma», documentario firmato da Noah Baumbach e Jake Paltrow.
Si tratta di una lunga intervista fatta al celebre regista di «Vestito per uccidere» e «Carlito's Way»: la voce dei due autori non si sente praticamente mai, così da lasciare unicamente spazio alle parole di Brian De Palma.
È un viaggio fiume nel cinema di quest'ultimo, in cui è lui stesso a raccontare aneddoti e curiosità relativi alla sua filmografia. Per i fan del regista è un prodotto da vedere, ma cinematograficamente è un'operazione piuttosto scolastica, perfetta più per gli extra di un dvd che per essere vista su un grande schermo.

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