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Mostra di Venezia, questa sera la consegna del Leone d’oro. Ecco…

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OGGI I VINCITORI

Mostra di Venezia, questa sera la consegna del Leone d’oro. Ecco chi sono i favoriti

Al Lido di Venezia impazza il toto-Leone: appassionati e addetti ai lavori votano i propri favoriti in attesa di conoscere il verdetto della giuria capitanata da Alfonso Cuarón (la cerimonia di chiusura è in programma questa sera).

Tra i preferiti dalla critica internazionale c'è «Francofonia» di Aleksandr Sokurov, grande autore russo che ha già vinto il Leone d'oro nel 2011 con «Faust»: in molti sperano in un bis, come si evince dai voti sui giornali, ma ripetersi non è mai semplice e potrebbe essere un “nome nuovo” a spuntarla.
Forse Zhao Liang, autore cinese dello splendido documentario «Behemoth», film ostico ma di un grandissimo fascino. Se si opterà, invece, per due registi più noti, la preferenza potrà ricadere su Amos Gitai («Rabin, the Last Day»), per molti il vero favorito, o Jerzy Skolimowski («11 Minutes»). Chances anche per «Anomalisa» di Charlie Kaufman e Duke Johnson, per «Abluka» di Emin Alper e per «Heart of a Dog» di Laurie Anderson.
Speranze italiane? Qualcuna sì, soprattutto per Marco Bellocchio («Sangue del mio sangue») e Giuseppe M. Gaudino («Per amor vostro»).
Per la Coppa Volpi femminile sembra una corsa a due tra Valeria Golino («Per amor vostro») e Catherine Frot («Marguerite»), mentre c'è più incertezza per il titolo di miglior attore: Fabrice Luchini («L'hermine»), Alfredo Castro («Desde allá»), Eddie Redmayne («The Danish Girl») e Christopher Plummer («Remember») hanno tutti possibilità di vittoria.
Aspettando di conoscere il verdetto della giuria, nell'ultima giornata della Mostra è stato presentato il film di chiusura, il cinese «Mr. Six» di Guan Hu.
Al centro un uomo che da giovane era un famigerato teppista pechinese e che oggi, a trent'anni di distanza, è un attempato gestore di una drogheria.
Quando suo figlio viene sequestrato, richiama la sua vecchia banda per recuperarlo.
Film senza infamia e senza lode, «Mr. Six» prosegue in maniera piuttosto piatta per tutta la sua (troppo) lunga durata.
Guan Hu dimostra un discreto mestiere registico, ma si affida a troppi cliché narrativi e non riesce a intrattenere ed emozionare come vorrebbe.
Qualche passaggio nella parte centrale funziona a dovere, ma è un film che lascia poco e non riesce quasi mai a incidere nel modo giusto.
Risultato: così così.

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