Un trittico di compositori russi di straordinaria intensità (i celebri “Quadri da un'esposizione” di Musorgskij, nella versione orchestrata da Maurice Ravel, la Scheherazade di Rimskij-Korsakov e l'ouverture di “Una sposa per lo zar” dello stesso autore) aprirà domani sera (domenica), con l'ormai tradizionale “trasferta” nel teatro alla Scala, la stagione autunnale dell'orchestra sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano, l'istituzione musicale dell'Auditorium di corso San Gottardo.
L'appuntamento assume quest'anno un significato del tutto particolare perché, al di là del valore musicale dell'evento, si segnala come una risposta concreta, sul piano culturale, alla tormentata e per molti versi inspiegabile vicenda dell'assegnazione dei Fondi del Fus (Fondo unico per lo spettacolo), che hanno fortemente penalizzato l'organizzazione milanese, che pure si è costantemente attestata negli ultimi anni in cima alle graduatorie nazionali sia per produttività, sia per gradimento del pubblico ed è anche, tra gli enti musicali, la più “votata” dai contribuenti in sede di opzione del 5 per mille Irpef.
Con un decreto del primo aprile scorso del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, la “Verdi” era stata riconosciuta come Ico, qualificazione di istituzione concertistica, che avrebbe permesso di attingere a maggiori risorse nella ripartizione del Fus, ma un successivo provvedimento della direzione generale per lo spettacolo ha collocato l'ente nel comparto dei complessi strumentali, con conseguente, ulteriore riduzione dei fondi, mentre d'altra parte continua ad incrementarsi la quota delle annualità pregresse non ancora rimborsate dallo Stato.
Ora la vicenda amministrativa appare destinata a proseguire con il già annunciato ricorso al Tar dell'istituzione milanese e i fin troppo prevedibili tempi lunghi della giustizia amministrativa. Nel frattempo, però, i soci e i sostenitori della Verdi, che già nei mesi scorsi si sono resi protagonisti di una gara di solidarietà inviando al ministero oltre 25mila lettere di sostegno e versando erogazioni liberali per ben 225mila euro, più del contributo assegnato dallo Stato nel 2014, appaiono decisi a ulteriori iniziative di mobilitazione.
La risposta sul piano musicale, in ogni caso, si mantiene sugli standard qualitativi d'eccellenza che hanno segnato la fortuna di questa realtà sinfonica: a dirigere il concerto straordinario di domani sera alla Scala (inizio ore 20) sarà Jader Bignamini, giovane direttore tra i più accreditati a livello internazionale, cresciuto proprio in casa della “Verdi” sotto la guida di Riccardo Chailly, e ora reduce dal successo del Santa Fè Opera Festival. La stagione estiva dell'organizzazione si è chiusa con numeri in forte crescita, sia come presenze (oltre 18mila spettatori) sia come incassi (più di 168mila euro) e quella che si apre domani proporrà un cartellone di forte richiamo. La sfida sui contenuti, insomma, prosegue a dispetto degli ostacoli burocratici.
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