Cultura

Il corpo come campo di battaglia, del greco Dimitris Papaioannou

  • Abbonati
  • Accedi
DANZA

Il corpo come campo di battaglia, del greco Dimitris Papaioannou

Non è classificabile come semplice coreografia. È teatro-danza, nell'accezione più vasta del termine, pièce, performance. Ma non importa cercare una definizione di genere. “Primal Matter” – “Argomento primordiale” - del cinquantunenne coreografo greco Dimitris Papaioannou è uno spettacolo icastico, di potente nitore: un tableaux vivant inusuale, che risente della formazione multidisciplinare, prevalentemente delle arti visive, dell'autore, noto al grosso pubblico per le coreografie d'apertura e chiusura delle Olimpiadi di Atene del 2004.

La sua vera indole espressiva, la forza del suo sorprendente talento, si manifesta però in performance dal respiro più intimo. Come dimostra “Primal matter”. In questo duetto, che vede in scena Michael Theophanous e lo stesso Papaioannou, ci sono arti spezzate, mutilate e ricomposte, per effetti di illusioni ottiche, di sovvertimenti anatomici, di incastri e nascondimenti delle membra rubate alla vista. Ci sono equilibri precari, contorsionismi inediti e attraversamenti inusuali di braccia, gambe, e teste, in altrettante parti del corpo che si confondono l'uno nell'altro facendo dei due performer un corpo unico - o uno sdoppiamento speculare -, ma continuamente distinto. Ci sono lotte drammatiche e ironiche, strappi muscolari leniti da cure premurose, prese improvvise con posture al limite; e acrobazie d'impatto, violente, sospese, striscianti, che coinvolgono un pannello bianco e uno nero sopra cui sbattere, salire, camminare, scomparire, facendone anche arma o scudo. Il tutto in un perenne silenzio - e quasi sempre a luce piena - rotto dall'ansimare faticoso, e da suoni e borbottii ricavati da un microfono strofinato anche sul corpo. È quello di un uomo nudo, da Eden primordiale, ad opera di uno vestito di nero. Creatura e creatore. Luminoso il primo - un Adamo nella sua innocenza sacrale -, modellato dal secondo, inquietante burattinaio in nero, glaciale e divertito, severo e amorevole stratega della mente.

I due corpi sono un campo di battaglia, materia da plasmare tra brutalità e morbidezza, tra ombra e luce, in un flusso di coscienza generato da azioni forzate, da gesti elementari, da atteggiamenti intimi che rimandano ad atti sociali. In questa osmosi fisica e spirituale, tra docilità e comando, si consuma l'impressionante performance. Lascia senza fiato la tensione che il duetto genera su una lunga passerella orizzontale che chiude le fughe prospettiche del palladiano teatro Olimpico di Vicenza, attraversata, all'inizio, dall'interprete in nero con un secchio in spalla che servirà per abluzioni d'acqua; per finire, dopo plastiche icone cristologiche, altre profane e primordiali includenti blocchi scultorei di viscerale dinamismo, con la separazione e ricomposizione degli arti inferiori di un uomo nuovo (?) incamminato verso un mondo nuovo (?).

“Primal Matter”, ideazione, regia, scenografia, luci e costumi Dimitris Papaioannou, sound design Kostantinos Michopoulos, produttore creativo Tina Papanikolaou. Produzione Athens Festival (2012), e 2Works (2013) con il sostegno di EMPAC (New York). Al Teatro Olimpico di Vicenza, in prima nazionale per il 68 Ciclo di Spettacoli Classici.

© Riproduzione riservata