Cultura

Tina Modotti a Udine, perché il silenzio non bruci

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Tina Modotti a Udine, perché il silenzio non bruci

Udine rende omaggio a Tina Modotti con una retrospettiva ampissima: a Casa Cavazzini, museo d'Arte Moderna e Contemporanea, fino al 28 febbraio, in mostra fotografie, lettere, cartoline, ritagli di giornali, video che riguardano la vita della grandissima artista udinese che nacque nel 1896. Esposte oltre cento fotografie, tratte da negativi originali, una serie di immagini e documenti inediti, pervenuti dal lascito della sorella Jolanda, e la documentazione fotografica proveniente dall'INAH di Città del Messico per la prima volta esposta in Europa.

Con “Tina Modotti: la nuova rosa. Arte, storia e nuova umanità”, il Comune di Udine e il Comitato Tina Modotti cercano di ricostruire l'intricata vicenda umana e artistica a 36 anni dall'ultima esposizione. Donna forte e decisa, che dal Borgo natio emigra prima in Austria, poi negli Stati Uniti e da lì viaggia seguendo la sua passione politica, la sua vena artistica, il suo credo civile, sperimentando, sempre secondo quell'umanità che la caratterizzava, il teatro, il cinema, la pittura e la fotografia. Nonostante le difficoltà di quegli anni, Modotti si sposta seguendo il suo impegno sociale, dal Messico alla Germania, dalla Russia alla Spagna, dalla Francia agli Stati Uniti e di nuovo al Messico; nella sua biografia sono molte le città in cui compare e i nomi di artisti e intellettuali con cui stringe amicizia. In Messico e in tutta l'America latina Tina Modotti non ha mai smesso di esser oggetto dell'interesse di studiosi, giornalisti, biografi e romanzieri, proprio per quel misto di passione artistica e impegno sociale che ha sempre contraddistinto la sua persona. In Italia, in Friuli Venezia Giulia dove è nata, un certo silenzio imbarazzato e colpevole è calato per decenni su questa donna, di cui l'impegno civile e l'attività sociale e politica, troppo spesso letta come attività sovversiva, ne ha offuscato la grandezza artistica.

La mostra contestualizza gli scatti di Tina Modotti e quelle dei suoi compagni di viaggio fotografi, nonché i nuovi documenti e quelli già conosciuti, collocandoli storicamente nella seppur breve vita dell'artista. Degne di note le tre sezioni allestite per sottolineare la collocazione storica delle sue opere fotografiche in relazione agli eventi civili: quella dedicata al Messico negli anni '20, all'antifascismo internazionale, alla guerra civile spagnola.

La sua arte fotografica, l'interesse per la fotografia nasce a Udine, nello studio fotografico dello zio e si trasforma in passione mediante il contagio di amici fotografi come Edward Weston e dalla sua endemica necessità di guardare e documentare la società, diviene, anche nei soggetti che paiono un dettaglio, una continua e inarrestabile dimensione di scandaglio sociale: sono fotografie memorabili che dibattono sulla maternità, la povertà, l'impegno civile, che ritraggono usi e costumi con tutta quell'umanità e quel rispetto che Modotti portava nel suo sguardo e nelle sue azioni.

Nei versi scritti da Pablo Neruda per la scomparsa prematura dell'amica Tina Modotti, morta a 46 anni in un taxi a Città del Messico, una delle più belle fotografie che racchiudano una vita umana e artistica da cui e su cui non si dovrebbe mai smettere di studiare e imparare: “…/ dove sta bruciando il tuo silenzio/ […] Perché non muore il fuoco”.

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