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#Morte

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#Morte

  • –Gianfranco Ravasi

a vita, per l’uomo, è un’esperienza più difficile della morte. Gli uomini hanno, per natura, più paura della verità che della morte.

Questa volta abbiamo accoppiato due assiomi annodati entrambi attorno a una parola spesso esorcizzata nella cultura contemporanea, “morte”. Nella prima frase il termine di confronto è il suo antipodo, la vita, e la considerazione è di s. Agostino nel suo commento al Vangelo di Giovanni. Vivere effettivamente è ben più arduo del morire che si consuma in poche ore o istanti. L’esistenza, invece, è una prova che dura anni e che rivela infinite sorprese, intoppi, cadute. Un grande teologo dell’Ottocento, John H. Newman, ammoniva: «Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che possa non cominciare mai davvero». La seconda citazione è, invece, desunta dal Diario di Kierkegaard e qui il confronto è tra morte e verità. Il filosofo danese osserva che spesso la verità è così bruciante e tagliente da creare panico in chi l’ha violata e si trova nudo e indifeso contro chi lo accusa. Bisogna, però, aggiungere che non di rado è proprio la verità del dover morire a sconvolgerci…

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