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X Factor, finisce la favola di Eleonora, paradosso tutta anima e niente…

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MUSICA

X Factor, finisce la favola di Eleonora, paradosso tutta anima e niente tecnica

Il volo del calabrone non arriva oltre la terza puntata. E così finisce la favola di Eleonora, paradossale cantante calabrese tutta anima e niente tecnica che tra alti e bassi si era guadagnata un posto nella categoria delle Under Donne e adesso deve abbandonare X Factor dietro sentenza unanime dei quattro giudici.

Una settimana fa si era salvata al ballottaggio contro il cantautore Eva, ieri sera davanti alle telecamere di Sky Uno ha dovuto lasciare il posto alla compagna di squadra Margherita. E dire che Skin, giudice di riferimento, sembrava proprio essersi impegnata per metterla a proprio agio, affidandole «Ma il cielo è sempre più blu» del conterraneo Rino Gaetano, brano che la ragazza sentiva molto, al contrario della scivolosa «Meravigliosa creatura» che l'aveva messa in difficoltà sette giorni fa. Non ne è uscita fuori una prova indimenticabile e così Eleonora si è ritrovata ancora una volta al ballottaggio, dove qualche minuto più tardi l'ha raggiunta Margherita. Quest'ultima incarna il classico caso del concorrente che alle audizioni promette mari e monti (ve la ricordate la furbata della ragazza con il dulcimer?) ma nel corso del live show finisce fatalmente per ridimensionarsi e scivolare su «Yellow flicker beat» di Lorde. All'uno contro uno finale Eleonora porta «Con il nastro rosa», Margherita «Addicted to you»: la differenza la fanno gli errori tecnici della concorrente calabrese che riceve il benservito da Skin, Fedez, Mika ed Elio. Sigla di coda: essere autentici è fondamentale ma possedere una minima cognizione di come accordare melodia e armonia risulta altrettanto importante. Soprattutto se si è interpreti.

Per il resto, nella terza puntata di live show si sono viste cose egregie e cose che hanno destato più di un dubbio. Destabilizzante la cover electro-pop di «The Passenger» dei Moseek. Azzardare è bene, cambiare di punto in bianco la linea melodica di un superclassico del rock un'altra. Checché ne pensino i giudici che si scappellano. Lavoro facile per Luca che trova in «Runnin'», ultima hit di Naughty Boy, l'abito su misura per il teen idol che non deve chiedere mai. Quelli come lui di solito arrivano almeno in finale. Bisogna dire bravo a Fedez: dare ai Landlord un pezzo della signora dell'indie italiano Cristina Donà («Universo») per una manche di X Factor è l'uscita migliore che ci si potesse aspettare. Qualche sbavatura nel cantato, ma si tratta di peccati veniali in un arrangiamento in bilico con il lo-fi. Possibile re-interpretare in habitat talent show un capolavoro come il brano simbolo del movimento per i diritti civili «A change is gomma come»? La risposta si chiama Davide che regala una prova canora memorabile, rendendo onore e lode all'anima di Sam Cooke. Bellissima esperienza vedere gli Urban Strangers prodursi nel ri-arrangiamento folk a due voci di «Rape Me». Prova minimalista (mancano basso e batteria e il groove ne risente) ma comunque credibile. Enrica esce fuori un pezzo per volta, puntata dopo puntata. Esplosiva l'evocazione di Macy Gray su «I try» affidatale da Skin per attrazione modale. Alle audizioni sembrava una tra tanti, se continua così diventerà presto il cavallo da inseguire. Giò Sada è già oggi il concorrente da battere, ma su «Love me two times» dei Doors cede alla tentazione di aggiungere troppo di suo a un bluesaccio che invece dovrebbe scivolare liscio. In ultimo torna in sé stesso Leonardo nelle vesti del Sam Smith di «Lay me down». Non ci sembra possa avere un destino luminoso in questa competizione, ma finché si mantiene in equilibrio e non cede agli strappi va avanti.

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