Cultura

La torre della canzone

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YOLO

La torre della canzone

ROMEO & JULIET, Dire Straits, 1980
La prima volta che ho ascoltato Somewhere, le voci erano quelle di Kiri Te Kanawa e di José Carreras nel West Side Story diretto da Bernstein ventisette anni dopo il debutto a Broadway. Ma è quando la sentii interpretata dal vocione di Tom Waits, che mi toccò il cuore: «C'è un posto, da qualche parte, / da qualche parte un posto per noi…».

Da un paio d'anni mi ero messo in testa di suonare la chitarra e quasi subito pensavo di essere già capace di imitare l'arpeggio che Mark Knopfler fa con la sua chitarra resofonica in Romeo & Juliet: un pezzo dove a un certo punto c'è un riferimento a Somewhere: «C'è un posto per noi… la conosci la canzone, no?» canta il novello Montecchi, compiendo un salto metaletterario di terzo grado (un Romeo degli anni Ottanta che si rifà allo pseudo-Romeo di un musical degli anni Cinquanta che a sua volta è la versione teppista e newyorkese del Romeo di Verona). Un po' come succede nel quinto canto dell'Inferno, quando Paolo e Francesca sbiancano in volto nel leggere del bacio che Ginevra concede a Lancillotto su un libro d'avventure cavalleresche.

Nella canzone dei Dire Straits «un Romeo pazzo d'amore canta una serenata di strada, / intristendo tutti con una canzone d'amore scritta da lui: / ha trovato un lampione adatto allo scopo ed è sbucato fuori dall'ombra / venendosene fuori con una cosa tipo: “Tu ed io, piccola, che ne dici?”».

Lungi dal chiedergli di prenderla con sé – come da originale tardo-cinquecentesco –, la cara Juliet prima si dice sorpresa: «Ehi, ma sei tu, Romeo: mi hai quasi fatto venire un infarto»; poi lo rimprovera dicendogli che non si va a cantare sotto le finestre di una ragazza che è fidanzata. Ma Romeo, che con Juliet in passato è andato a letto, da quell'orecchio non ci sente, e continua imperterrito…

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