Ogni anno, in vista del Natale, l'editoria moltiplica i suoi titoli cercando di prendere parte alla festa dei regali. E' il periodo in cui si vendono più libri. Tra essi ne abbiamo scelti tre che non sono propriamente da mettere sotto l'albero ma da considerare utili in qualunque momento dell'anno. Per un semplice motivo: hanno, seppure in dosi diverse, intenti politicamente scorretti. E proprio per questo ci sembrano un aiuto per tenere viva l'intelligenza.
Il primo è di un filologo classico che sa scrivere, Dino Baldi. Ha utilizzato le fonti più disparate per raccontare le “Vite efferate di papi” (Quodlibet Compagnia Extra, pp. 518, euro 19). Non ha intenti denigrativi nei confronti dei romani pontefici, desidera soltanto far conoscere le infinite leggende (o storie) che ne hanno caratterizzato il bimillenario regno. Per esempio ripropone le fonti che narrano come nell'882 Giovanni VIII fosse ucciso a martellate o perché il sommo Gregorio Magno, prima di diventare il successore di Pietro, sposasse la propria madre. Non aggiungiamo altri casi (si arriva a Pio IX) ma ci limitiamo a notare che Baldi scrive un'opera laicissima che non dispiacerà ai credenti.
Altro libro controcorrente si deve ad Angelica A. Montanari: “Il fiero pasto” (Il Mulino, pp. 240, euro 22). In esso si mette in luce come nell'età di mezzo in Europa, per circostanze e ragioni diverse, taluni si cibassero di carne umana. L'esecrabile pratica non avveniva soltanto in assedi o in casi d'emergenza, ma era possibile attuarla anche per sfregiare un odiato nemico. Non è quindi un caso isolato l'Ugolino di Dante, che mangiò figli e nipoti nella “Torre della fame”. Insomma, anche il Vecchio Continente ha da dire la sua sui cannibali.
Il terzo libro è particolarmente attuale, o meglio dovrebbero leggerlo quelle persone che ripetono cose scontate, soprattutto dopo i tragici fatti di Parigi. In esso è riportato un incontro tra due eminenti figure del nostro tempo, un teologo e un filosofo, tra Hans Küng e Paul Ricoeur: “Il lato oscuro della fede” (Medusa, pp. 52, euro 8). Parlano di religioni, di pace e soprattutto di violenza. Che cosa lega il sacro alle pratiche più efferate? Nulla apparentemente, eppure vale la pena meditare sulle riflessioni di questi due maestri, avvenute oltre un decennio fa e ancora attualissime. Magari cominciando da una frase di Küng: “I più aggressivi, quando si parla di religione, sono coloro che non sono troppo sicuri della propria fede”.
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