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Ian Anderson trasforma i Jethro Tull in opera rock

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Ian Anderson trasforma i Jethro Tull in opera rock

Riecco sui palchi italiani il menestrello scozzese del progressive, uno che quando arriva alle nostre latitudini chiama con puntualità a raccolta folle di appassionati di rock anni Settanta, come fosse il pifferaio magico. Eggià, perché stiamo parlando di Ian Anderson, l'anima dei Jethro Tull che tra gli anni Sessanta e i Settanta, grazie a capolavori come «Stand Up», «Aqualung» e «Thick as a Brick», fece del suo flauto traverso uno strumento rock a tutti gli effetti.

Proprio alla sua storica band che, partita da territori blues, seppe coniugare musica colta e hard rock prima di molti altri è dedicato lo show «Jethro Tull – The Rock Opera performer by Ian Anderson» che il Nostro, avvistato l'ultima volta in Italia a primavera scorsa, eseguirà all'Auditorium Manzoni di Bologna (29 novembre), al Teatro Colosseo di Torino (30 novembre) e al Teatro Creberg di Bergamo (1 dicembre). Ma gli anni Settanta, musicalmente parlando, sono stati anche molto altro. Qualcosa di più crudo, provocatorio e diretto, per esempio. Qualcosa di più veloce. In una parola: punk.

La settimana della musica dal vivo offre agli appassionati del genere l'appuntamento con i nordirlandesi Stiff Little Fingers, la band che nel 1979 esplose negli ambienti della controcultura di Europa e Stati Uniti con l'album «Inflammable Material», per poi svoltare più tardi in territorio pop, non sempre compresi dai fan. Il 28 novembre suoneranno al Rock Planet di Pinarella di Cervia (Ravenna). C'è da capirli: negli anni Ottanta persino l'hard & heavy trovò un punto di sintesi con il pop. Si pensi al successo di brani come «The Final Countdown», «Rock the Night» o della ballad «Carrie», tutte hit degli svedesi Europe. Ricordate il front leader Joey Tempest, con la sua abbondantissima chioma riccioluta? Istantanee dell'anno di grazia 1986. Chi vuole rivivere certe atmosfere il 28 novembre non dovrà far altro che varcare i cancelli d'ingresso dell'Alcatraz di Milano, per l'unica data italiana degli Europe.

Non si guarda solo al passato in ogni caso, nella settimana della musica dal vivo. Gli amanti dell'indie rock contemporaneo convoglieranno invece verso Bologna dove al Paladozza, sempre sabato 28 novembre, ci sarà il concerto degli Editors, band inglese che nel 2015 si è imposta all'attenzione di pubblico e critica internazionale con l'album «The Back Room». Lo scorso mese hanno pubblicato il quinto disco in studio «In Dream» che costituirà l'ossatura del nuovo live act. L'evento bolognese è già sold out. Si segnala che a seguire al Covo Club il bassista Russell Leetch si produrrà in un dj set. Se poi amate l'elettronica, i ritmi in levare e le sonorità indiane probabilmente siete già fan degli Asian Dub Foundation, band multietnica nata a Londra all'inizio degli anni Novanta con nove dischi all'attivo, ultimo dei quali «More Signal More Noise», uscito a luglio scorso.

In Italia ci resteranno un bel po', esibendosi prima all'Hiroshima Mon Amour di Torino (2 dicembre), quindi al Laboratorio Crash di Bologna (4 dicembre), in provincia di Bari alla Casa delle Arti di Conversano (5 dicembre), al Monk di Roma (6 dicembre) e al The Cage di Livorno (7 dicembre). In ultimo il calendario degli appuntamenti jazz che ha il proprio appuntamento di punta nel ritorno di Ron Carter, leggendario contrabbassista del quintetto di Miles Davis negli anni Sessanta che stavolta sarà accompagnato da Russel Malone alla chitarra e Donald Vega al piano per una performance al Teatro Umberto Giordano di Foggia (30 novembre).

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