TOKYO – L'auditorium “Umberto Agnelli” dell'Istituto italiano di cultura di Tokyo e' gremito per la sua conferenza sulla “Lucia di Lammermoor” che il 5 e 6 dicembre dirigera' con Opera Sai. Nicoletta Conti viene presentata al pubblico come “Maestro”. Le sue allieve straniere la chiamano “Maestra”: logico, visto che, non essendo madrelingua, sfugge loro la sfumatura “diminutiva” rispetto alla solenne versione al maschile con la M maiuscola. Nel suo sito c'e' scritto “Direttore”, ma quasi tutti la indicano come direttrice.
Nella lingua italiana e nelle consuetudini, insomma, manca ancora l'univocita' per denominare un ruolo e una professione tradizionalmente appannaggio dei soli uomini come e piu' di quella militare. Conti non fa nulla per darsi arie carismatiche: musicologa e docente al Conservatorio di Bologna (dove e' nata), si vede subito che le piace insegnare: l'immagine e' da professoressa. La formula della serata all'Istituto - che ha gia' attuato con successo l'anno scorso con “Traviata” – prevede una conferenza di un'ora per lo piu' a voce ma intervallata da brevi brani esplicativi al pianoforte. E seguita da alcuni brani “highlight” dell'opera con cantanti giapponesi – soprano Mieko Sato, baritono Shingo Sudo, tenore Yasuharu Nakajima - da lei accompagnati (“Ho studiato musicologia e mi piace approfondire il testo dal punto di vista drammaturgico ancora prima di affrontarlo come musicista”). In Giappone e' quasi di casa: ci viene da quindici anni, anche per concerti e masterclasses. “Per le donne direttrici d'orchestra il percorso penso sia sempre un po' in salita”, a domanda risponde. “Nell'ambiente musicale c'e' ancora pregiudizio. A volte non detto, a volte esternato. E a volte non c'e'. Non dipende tanto dai luoghi geografici, ma dalle persone. Una certa mentalita' resta comunque diffusa”. Cita un episodio personale: “Alcuni anni fa il direttore artistico del Teatro Regio di Torino mi disse: io non faro' mai dirigere una donna. Risposi: strano, Leonard Bernstein mi ha messo sul podio di S. Cecilia”. Le melodie di Donizetti concludono la serata. Con il pubblico che si divide linguisticamente nell'acclamare gli acuti di Mieko Sato accompagnati da Nicoletta Conti al piano. C'e' chi grida “Bravo!”. E chi “Brava!”.
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