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Diverte e commuove «Il viaggio di Arlo» della Pixar

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Diverte e commuove «Il viaggio di Arlo» della Pixar

Dopo «Inside Out», la Pixar Animation ha firmato un'altra pellicola imperdibile: «Il viaggio di Arlo», seppur non al livello del capolavoro precedente, è un film emozionante e perfetto per una visione con tutta la famiglia.
Cosa sarebbe successo se l'asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero estinti? Da qui parte «Il viaggio di Arlo», film che segue poi le disavventure di un giovane dinosauro che dovrà vincere le proprie paure per ritrovare la strada di casa.

Come nella maggior parte dei lungometraggi Pixar, anche qui abbiamo un evidente ribaltamento narrativo: i dinosauri sono esseri civilizzati, mentre il piccolo essere umano che accompagna il protagonista cammina a quattro zampe ed emette solo grugniti e ululati.

Dotato di un apparato visivo eccellente e di spunti geniali (gli pterodattili che circondano Arlo come squali che nuotano in un “mare di nuvole”), il film colpisce, emoziona e riesce perfino a commuovere nelle fasi finali.

La trama è piuttosto classica, ma il ritmo è notevole e non si può che rimanere coinvolti da questo toccante racconto di formazione che unisce l'avventura a una spruzzata di western. Ottimi anche i personaggi di contorno.
Tra le altre novità del weekend, decisamente meno convincente è «A Bigger Splash» di Luca Guadagnino.

Al centro della trama c'è una celebre rockstar, Marianne, in vacanza a Pantelleria insieme al compagno Paul. A interrompere il loro idillio arriva Harry, produttore discografico egocentrico ed ex fidanzato della stessa Marianne, in compagnia della figlia Penelope. La convivenza tra i quattro non sarà semplice.

Ispirato al film «La piscina» di Jacques Deray del 1969, è uno pseudo-thriller patinato e costantemente sopra le righe. Le soluzioni visive risultano spesso kitsch e la sceneggiatura soffre di troppe ridondanze: niente male gli attori (soprattutto Tilda Swinton, nei panni di Marianne, e Ralph Fiennes in quelli di Harry), ma non bastano, anche perché i dialoghi sono poco credibili e il finale è grossolano oltre misura.

Non fa di meglio, anzi, «Il sapore del successo» di John Wells con Bradley Cooper.
L'attore interpreta lo chef Adam Jones, geniale ai fornelli ma dal carattere difficile. La sua carriera ha subito un tracollo, ma potrebbe riscattarsi e raggiungere la tanto agognata terza stella Michelin.

Film che tenta di sfruttare una delle mode del momento - la cucina e i talent show a tema - per nascondere la pochezza di una trama che sa troppo di già visto e non riesce a intrattenere come vorrebbe.
Il copione di Steven Knight ha pochi guizzi, la regia è scolastica e mai coraggiosa. Ingessato e fuori parte, Bradley Cooper ci mette del suo per peggiorare ulteriormente le cose.

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