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I «Millenni» che verranno

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I «Millenni» che verranno

I classici che si traducono oggi saranno le risorse dei bambini di domani, per la medesima ragione che ci vede leggere in Rete i testi antichi. Si cerca una notizia, un passo, una conferma. Il libro cartaceo è ancora insostituibile per la diffusione della cultura e Internet è diventato indispensabile per far conoscere talune iniziative editoriali. Qualcuno si chiederà: perché i classici sono importanti e vanno continuamente ripensati, non sono dei modelli obsoleti? A questa domanda si può rispondere ricordando che in certi libri si trova quanto occorre conoscere del nostro spirito e l'uomo, sino a dimostrazione contraria, è sempre attuale.

Fatte queste premesse, senza arzigogoli letterari, ci possiamo porre un altro quesito: in Italia qual è la collana di classici da seguire, da tener presente nelle occasioni della vita? Senza offesa per ottime iniziative economiche e no, anche se il loro numero sta calando, ci sembra che la più riuscita e interessante collana di classici sia “I Millenni” di Einaudi. I “Meridiani” di Mondadori avranno anche dei meriti, ma sono ormai aperti ad autori contemporanei e forse non tutti saranno immortali, anzi; la serie di Adelphi è bella ed elegante (con le opere di Nietzsche, le latine di Giordano Bruno e alcune chicche quali “L'idea del theatro” di Giulio Camillo, appena uscita a cura di Lina Bolzoni) ma in essa escono uno o due titoli l'anno. Non sappiamo che futuro avrà “Il pensiero occidentale” di Bompiani, l'orgoglio di Giovanni Reale; né che sarà dei titoli dei “Classici Utet” che non saranno ristampati (e sono molti) giacché chi li gestisce ripropone i più commerciali e non il corpus. Eccetera.

Einaudi, invece, pur cambiando responsabili, confezioni, indirizzi ha saputo dar vita con “I Millenni” a una collana di alto livello nella quale convivono opere fondamentali come la “Storia della decadenza e caduta dell'impero romano” di Gibbon (3 volumi) o “Navigazioni e viaggi” di Ramusio (6 volumi) o l'”Iconologia” di Cesare Ripa. Serie impostata da Cesare Pavese nel 1947 (il primo titolo: “I quarantanove racconti” di Hemingway), raggiungerà presto i trecento titoli, l'ultimo dei quali, appena uscito, sono le “Memoria d'oltretomba” di Chateaubriand in due tomi. Speriamo che “I Millenni”, di cui facciamo un elogio sincero, possano ospitare in un futuro raggiungibile con una vita normale anche i “Moralia” di Plutarco, le cui edizioni complete in Italia risalgono al XVI secolo e furono ristampate sino all'Ottocento, al tempo di Manzoni e Verdi. Poi iniziative isolate, o mai finite, secondo il costume del Belpaese.

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