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Margaret Cameron agli albori del «flou»

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Margaret Cameron agli albori del «flou»

Nel 1863, quando Julia Margaret Cameron aveva 48 anni, sua figlia le regalò la sua prima macchina fotografica. ‘Potrebbe divertirti', disse. Due anni dopo la Cameron aveva già venduto decine delle sue foto al South Kensington Museum, poi ribattezzato il Victoria & Albert, che aveva organizzato la sua prima mostra.

Ora, per celebrare il duecentesimo anniversario della sua nascita e i 150 anni da quella prima mostra, il V&A torna a dedicare una grande retrospettiva alla Cameron, con oltre cento foto che dimostrano le ragioni della sua fama. Diventata celebre quasi istantaneamente, la Cameron conquistò subito un pubblico di poeti, artisti e intellettuali dell'epoca vittoriana, da Alfred Tennyson a Robert Browning, da John Herschel a Charles Darwin, che ammiravano la sua visione unica e originale della fotografia.
Fin dall'inizio la Cameron si concentrò sui ritratti e su quelle che chiamava ‘le sue Madonne', foto di donne, spesso con bambini. La sua ispirazione erano poesie, brani della Bibbia, la Divina Commedia, quadri e statue del Rinascimento italiano. Era fermamente convinta che la fotografia fosse un'arte, e per questo grande attenzione alla composizione delle sue foto, alla ricerca di una bellezza senza tempo.

Le sue modelle preferite – amiche e vicine di casa, la sua cameriera, la nipote Julia Jackson, futura madre di Virginia Woolf – impersonano Beatrice, Saffo, Psiche, Sant'Agnese, la Madonna, le nove virtù cristiane, in composizioni allegoriche, ritratti narrativi e teatrali, immagini eteree e sognanti che allora erano assolutamente innovative e dirompenti e che ancora oggi colpiscono per la loro originalità.
Se gli ammiratori erano tanti, altrettanto numerosi erano i critici, soprattutto gli esperti di fotografia, che sottolineavano con feroce puntigliosità tutti gli ‘errori tecnici' della Cameron, le sue foto sfocate, con chiazze nere o sbavature, macchie e imperfezioni. Un critico però riuscì a capire le ragioni del successo delle fotografa: La Cameron, scrisse, “ha avuto l'arguzia di vedere nei suoi errori i suoi successi, rendendo le sue foto sistematicamente sfocate”.

La precisione tecnica non interessava alla Cameron, la prima fotografa al mondo a utilizzare apposta l'effetto flou rendendo sfocate le sue foto per creare il voluto effetto estetico e drammatico. Decisamente poco ortodossa, incurante delle regole, certa del suo talento, la Cameron non si formalizzava troppo se il collodio creava un effetto di onde sullo sfondo o se le sue dita lasciavano impronte sulla foto. “Le mie foto ti elettrizzeranno e delizieranno, e lasceranno attonito il mondo,” scrisse al direttore dell'attuale V&A.
La Cameron era anche una abile amministratrice della sua fama, attenta all'aspetto commerciale e accorta al punto di registrare il copyright delle sue foto per impedire copie e imitazioni. Una donna immersa nel suo tempo, ma anche incredibilmente moderna, la cui sicurezza in se stessa è stata rivendicata dal tempo.
Julia Margaret Cameron
28 novembre 2015 – 21 febbraio 2016
Victoria and Albert Museum, Londra

www.vam.ac.uk/juliamargaretcameron

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