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Ottant'anni di Woody Allen: tanti auguri al maestro del cinema…

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Ottant'anni di Woody Allen: tanti auguri al maestro del cinema americano

Un frame del documentario di Robert Weide su Woody Allen (Ansa)
Un frame del documentario di Robert Weide su Woody Allen (Ansa)

Si festeggia un compleanno importante sotto i riflettori del cinema americano: Woody Allen compie ottant'anni, molti dei quali passati dietro una macchina da presa.
Nato a New York il 1° dicembre del 1935, con il nome di Allan Stewart Königsberg, da una famiglia ebrea di origine russo-austriaco-tedesca, comincia a utilizzare il suo pseudonimo all'età di diciassette anni e, poco dopo, inizia a lavorare per la televisione come battutista: nel 1954 viene assunto dalla rete Abc e scrive i copioni per celebri programmi come «The Ed Sullivan Show» e «The Tonight Show».
Dopo essere stato autore televisivo passa al cabaret e al teatro, diventando nella prima metà degli anni Sessanta uno dei comici più apprezzati del paese.
L'esordio al cinema arriva con una sceneggiatura: «Ciao Pussycat», diretto da Clive Donner, con Peter Sellers e datato 1964; mentre per vederlo esordire dietro la macchina da presa bisogna attendere «Che fai, rubi?» (1966), rimontaggio di un film giapponese già esistente, e soprattutto «Prendi i soldi e scappa» (1969), pellicola comica con lo stesso Allen come protagonista.
Sempre nel 1969, conosce Diane Keaton durante i provini della messa in scena a Broadway di «Provaci ancora, Sam» (che diventerà anche un film nel 1972, per la regia di Herbert Ross, ma con lo stesso Allen protagonista): i due inizieranno un'intensa relazione, artistica e sentimentale, che durerà diversi anni. Allen, già reduce da due matrimoni, trova così la musa ispiratrice di tante pellicole straordinarie («Io e Annie», in primis).

Gli anni Settanta, infatti, saranno quelli della definitiva consacrazione: il suo stile, a metà tra Groucho Marx e Ingmar Bergman, si raffina, i suoi personaggi (nevrotici, egocentrici, insicuri) sono scritti sempre meglio e le sue battute diventano immortali.
«Amore e guerra» (1975), «Io e Annie» (1977), «Interiors» (1978) e «Manhattan» (1979) dimostrano il grande talento di un regista diverso da tutti gli altri, diviso – come i suoi personaggi – tra il lettino di uno psicanalista e l'ascolto di sinuose partiture jazz.
A «Stardust Memories» (1980), piccolo gioiello sottovalutato che fece flop ai botteghini, seguirono titoli come «Zelig» (1983) e «La rosa purpurea del Cairo» (1985), incentrati sul rapporto tra realtà e finzione. La sua opera più significativa del periodo, però, fu «Crimini e misfatti» (1989), in cui recita accanto a un monumentale Martin Landau.
In questo decennio la vita di Allen è contrassegnata anche dal rapporto con l'attrice Mia Farrow, che ha sostituito Diane Keaton nel suo cuore e nei suoi film.
Fece scandalo, nel 1992, la separazione tra i due: Allen iniziò una relazione con la coreana Soon-Yi, ragazza di 35 anni più giovane di lui, che era stata adottata dalla Farrow e dall'ex marito André Previn in tenera età. Seguirono diverse battaglie legali (tutto iniziò quando Mia Farrow trovò delle fotografie di Soon-Yi in pose oscene scattate dallo stesso Allen) e anche il cinema del regista sembrava in buona parte aver perso lo smalto di un tempo. Negli anni Novanta si ricordano titoli come «Harry a pezzi» (1997) e «Accordi e disaccordi» (1999), ma anche tanti prodotti fiacchi e minori che proseguiranno negli anni Duemila.

Dopo una serie di titoli di basso livello, Allen si riscatta con «Match Point» (2005), film che riprende molte tematiche di «Crimini e misfatti», anch'esso fortemente influenzato da «Delitto e castigo» di Dostoevskij.
Gli anni passano e proseguono i film da dimenticare (l'inconsistente «Scoop», il debole «Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni», il grossolano «To Rome With Love»), a cui fanno eccezione «Basta che funzioni» (2009) e lo splendido «Blue Jasmine» (2013), strepitosa pellicola tutta al femminile con una Cate Blanchett che si è meritatamente guadagnata un premio Oscar. A proposito, di statuette Woody ne ha vinte 4 in carriera (regia e sceneggiatura originale per «Io e Annie», ancora sceneggiatura originale per «Hannah e le sue sorelle» nel 1987 e «Midnight in Paris» nel 2012) alle quali, tra i tanti riconoscimenti, va aggiunto anche un Leone d'oro alla carriera alla Mostra di Venezia del 1995.
Non pensiamo, però, che dopo aver raggiunto il traguardo degli ottant'anni l'amatissimo e a dir poco prolifico (quasi un film all'anno di media) Woody Allen voglia ritirarsi. In uscita tra qualche settimana (il 16 dicembre) c'è il suo ultimo lavoro «Irrational Man», presentato fuori concorso al Festival di Cannes dello scorso maggio, mentre per il 2016 sono previsti altri due progetti: un film con Kristen Stewart, Blake Lively e Jesse Eisenberg (ancora senza titolo) e (udite, udite!) una serie televisiva, la prima della sua lunghissima e inimitabile carriera.

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