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L’altra Milano di Expo

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fotografia

L’altra Milano di Expo

  • –di S.Bio.
Padiglione Zero (Photo by Marco Menghi)
Padiglione Zero (Photo by Marco Menghi)

Con i loro scatti hanno raccontato un’altra Milano, quella dell’Expo con i suoi padiglioni a pagoda, gli archi slanciati e le prospettive che non ti aspetti. Oggi le fotografie di Caterina Maria Carla Bona, William Batsford, Antonella Bozzini, Francesca Maria Cabrini, Matteo Cirenei, Lidia Korotaeva, Marco Introini, Shahrnaz Lofti, Beatrice Mancini, Andrea Michelini, Marco Menghi, Daniela Scalia, Manuela Scotti, Achinoam Weinste sono protagoniste della mostra collettiva alla galleria Expowall in via Curtatone 4, a Milano.

Dopo il progetto del Live Wall, animato attraverso Instagram dalle foto di Expo 2015 e arricchito dalla presenza dei lavori di fotografi professionisti, Expowall è diventata galleria espositiva.

Mostra nella mostra, Matteo Cirenei e Marco Menghi presenteranno il lavoro The Stately Side of Expo, una selezione di 30 scatti realizzati durante l'allestimento dell'Esposizione Universale. Cirenei e Menghi sono già impegnati a fotografare il disallestimento dei capannoni espositivi; questi scatti andranno a comporre una seconda mostra nel 2016.
«La nascita di una nuova galleria d'arte fotografica a Milano è un evento positivo, e si inserisce nelle iniziative di diffusione e condivisione della cultura in città che stanno nascendo e si stanno consolidando in questo anno straordinario. La galleria simbolicamente si apre con una collettiva sul paesaggio urbano a Milano, e con il lavoro di Cirenei e Menghi sui padiglioni Expo 2015. Questo impegno di voler raccontare il dinamismo della città attraverso lo sguardo soggettivo del fotografo, proseguirà nello spazio espositivo di via Curtatone 4 per tutto il 2016” – dice Alberto Meomartini, già Presidente di Assolombarda e attuale vice Presidente della Camera di Commercio di Milano. E ancora - prosegue Meomartini - “la fotografia oggi ha nuovi ambiti di valorizzazione, non solo e non tanto per la diffusione di tecnologia che ne consente la pratica a tutti, ma perché si sta riaffermando come linguaggio di libertà creativa”.

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