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X Factor, eliminati i Moseek: in finale Urban Strangers, Giosada, Davide ed Enrica

Due Over, un Gruppo e una Under Donna. Alla finale della nona edizione italiana di X Factor, in programma giovedì prossimo al Forum di Assago, accedono Giosada, Davide, Urban Strangers ed Enrica. Questo il verdetto della semifinale, andata in onda ieri sera su Sky Uno, conclusasi con l'eliminazione al tilt dei Moseek, la band laziale scivolata su un groviglio di errori tecnici nel bel mezzo del ballottaggio. Poche sorprese, insomma, nella serata dell'orgoglio xfactoresco espresso dalle ospitate di Lorenzo Fragola e Marco Mengoni, vincitori di precedenti edizioni del talent che ce l'hanno fatta anche fuori: che la categoria più forte fosse quella degli Over di Elio lo avevamo detto in tempi non sospetti.

Ci aspettavamo moltissimo anche dai Gruppi di Fedez, ma soltanto gli Urban Strangers hanno mantenuto le promesse delle Audizioni. Poi c'è Enrica, l'outsider, sorpresa assoluta, quella che non ti saresti mai aspettato arrivasse fino a qui e invece, passo dopo passo, è riuscita a resistere anche alla sfida degli inediti. Tolgono invece il disturbo, a un soffio dalla meta, i Moseek, trio electro-rock un po' Muse e tanto Florence + The Machine che pure sembrava peggio attrezzato di alcuni colleghi di categoria. Come inedito, alla prima manche, avevano portato «Elliot», pezzo di pop elettronico scritto dalla vocalist Elisa con tanto di ritornello ossessivo compulsivo («My love/ you lost and won» avanti ad libitum). Accedono alla seconda manche ed eseguono una simpatica versione di «Lean on» dei Major Lazer, supportata (è proprio il caso di dirlo) dalla macchina scenica a bilancia escogitata da Luca Tommassini.

L'artificio non piace al pubblico tele-votante che li spedisce al ballottaggio, dove trovano ad attenderli Enrica, reduce da una prima manche fallimentare con «I found you», pezzetto electro pop regalatole da Skin, che non era riuscito a fare breccia nel cuore dei telespettatori. Le performance dei ballottaggi di solito incidono fino a un certo punto, ma c'è da credere che ieri siano state determinanti. Enrica ha fatto sfoggio un po' scolastico di virtuosismi eseguendo «Something's gotta hold on me» di Etta James, mentre i Moseek giocano la carta Jefferson Airplane con la rivisitazione di «Somebody to love». Completamente fuori tonalità. I giudici si dividono (Skin ed Elio per Enrica, Fedez e Mika per i Moseek), al tilt il pubblico sceglie di mandare avanti Enrica. Un premio al percorso.

Urban Strangers e Davide, gli inediti migliori
Gli inediti presentati ieri in gara ci dicono molto su dove i concorrenti possono arrivare. Giovedì prossimo e anche oltre. Giosada, fino a ieri favoritissimo, esce per esempio normalizzato dalla prova. Ci saremmo aspettati un po' di sano rock and roll dall'interprete pugliese che irruppe alle Audizioni con una cover molto personale di «Personal Jesus», ma alla fine ci siamo trovati di fronte «Il rimpianto di te», ballad meridionalista il cui testo è stato scritto a quattro mani con Pacifico. Svolta elettronica pure per gli Urban Strangers che su «Runaway» dicono per almeno tre minuti addio alla loro fidata chitarra acustica barattandola con i synth. Resta l'impalcatura delle armonie vocali, marchio di fabbrica della loro arte. Che vi piaccia o meno il genere, è l'inedito meglio strutturato di questa edizione. A pari merito con quello di Davide che regala suggestioni black con «Soul Trigger», brano ben confezionato da quella vecchia volpe di Luca Chiaravalli. Potrebbe essere tranquillamente il prodotto di una qualche scena neo-soul americana.

Giosada, troppo pop per essere vero
Seconda manche dedicata ai grandi successi radiofonici degli ultimi anni, stante Linus nelle vesti di giudice a latere. Esordisce proprio Davide detto Shorty con una cover educata della hit di The Weekend «Can't feel my face». Gli Urban Strangers da Somma Vesuviana si spostano di appena 24,2 chilometri per raggiungere «Pompeii». Che non è quella del Grande progetto ma la hit dei Bastille. La riarrangiano, la ribaltano, se ne appropriano. Prova notevole: si vede che il pezzo apparteneva al loro repertorio. Si erano seduti ma, dopo le cadute della precedente puntata, hanno deciso di rimettersi a lavorare. Saranno ripagati. Giosada passeggia tranquillo sul pop spinto, con «Best Day of my life» degli American Authors. Certo è che, un po' come la Virna Lisi dei tempi d'oro, con quella bocca può dire (e quindi cantare) quel che vuole. Ma tutta questa cannella sulla sua identità rocciosa un po' disorienta. Ipotizziamo un podio: Urban Strangers, poi Giosada e Davide. Sempre che Enrica non decida di metterci la sua chioma riccioluta.

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