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Paolo Sorrentino trionfa agli Oscar europei

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Paolo Sorrentino trionfa agli Oscar europei

Paolo Sorrentino torna sul tetto d'Europa: dopo il grande successo del 2013 con «La grande bellezza», il regista partenopeo trionfa nuovamente agli Efa (European Film Awards) con «Youth – La giovinezza». Miglior film, miglior regista e miglior attore (Michael Caine, che ha anche ritirato il premio onorario alla carriera): così ha decretato l'Academy degli “Oscar europei”, durante la cerimonia che ieri sera si è tenuta a Berlino.

Co-prodotto da diversi paesi (Italia, Svizzera, Regno Unito e Francia), «Youth – La giovinezza» è stato presentato in concorso all'ultimo Festival di Cannes, dove aveva diviso la critica ed era uscito a mani vuote dal palmarès.

Toccante riflessione sulla creazione artistica e sul tempo che passa, alterna grandi sequenze dal punto di vista visivo ad alcune ingenuità narrative, notevoli momenti capaci di emozionare ad altri più altalenanti. Ma è un film che, oltre a essere recitato magnificamente, non lascia mai indifferenti, e tanto è bastato ai giudici del premio cinematografico più importante del vecchio continente.

Tra gli altri riconoscimenti, una menzione speciale per la straordinaria Charlotte Rampling (miglior attrice) che ha regalato in «45 anni» di Andrew Haigh una delle performance più intense della sua carriera. Come Caine, la Rampling ha ottenuto anche il premio onorario alla carriera.

Meritatissimo il titolo di miglior commedia a «Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza» di Roy Andersson, vincitore del Leone d'oro alla Mostra di Venezia 2014.
Piuttosto scontato il premio a «Mustang» come miglior scoperta dell'anno: la regia è dell'esordiente Deniz Gamze Ergüven.

Si è dovuto accontentare della sceneggiatura Yorgos Lanthimos, autore greco che ambiva probabilmente a premi più significativi con il suo «The Lobster». Nella categoria per il miglior film d'animazione, ha svettato invece «Song of the Sea» di Tomm Moore.

Infine, non convincerà tutti la statuetta per il miglior documentario andata ad «Amy» di Asif Kapadia (incentrato sulla vita e la carriera di Amy Winehouse); in lizza c'era anche l'ottimo «The Look of Silence» di Joshua Oppenheimer, che avrebbe meritato più della semplice nomination.

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