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Diario di solitudini

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Diario di solitudini

“I ricordi degli anni dell'adolescenza sono come macchie confuse, privi di ordine cronologico ma pieni di immagini ed emozioni travolgenti, buchi e abissi, picchi e vette, alti e bassi [...] Insistevo testardamente a cercare un po' di conforto alla mia malinconia. Che ora so essere l'unica mia vera, devota compagna, quella che non mi avrebbe lasciato mai, e mi avrebbe aspettato sempre, senza chiedermi di essere diverso, senza chiedermi nulla se non di starmi vicino. L'unica certezza nella mia vita.”

Leonardo (un uomo che sembra triste, e infatti lo è), carico del suo tedio e della malattia, dice delle sue angosce alla psicologa Paola (la psicologa, innamorata), la quale poi, dopo, procederà al suo diario dell'anima. E quindi Camilla (una ragazzina a cui non manca niente), ammorbata dal suo complesso del peso: “Odio stare al primo banco. Odio che gli altri siano dietro di me. Odio che gli altri mi guardino il lardo senza che io possa fare nulla”.
O ancora Edoardo (l'ingegnere che funziona), vittima di un metodismo professionale che inciampa in direzione d'un sentimento svelto e agile, che così permette la narrazione di Rebecca (una donna sola). E così via, fino a una processione definitiva che subisce interruzione nella seconda parte (Cadute), dove quest'intero corpo di dodici voci si disgrega giostrata da una questionante e terribile Fortuna. Lì, in quella ultima sezione del libro, la scrittrice passa, intelligentemente, infatti, a una forma stavolta più vicina al romanzo nella sua forma più conosciuta.

Ci si trova innanzi a un romanzo caratteristico, che è un perturbante soliloquio corale, “Nonostante tutto”(Fazi Editore) di Francesca Vignali Albergotti. Dodici protagonisti che narrano le loro dodici storie. Ogni persona (da Susy a Gloria), nella prima parte del libro, chiamata: “Dodici Prologhi”, è aggettivata di sotto il titolo del capitolo, con secchezza malinconica. Titoli, inoltre, che specificano l'estetica e la tensione dei soggetti.
Tutti loro raccontano la propria letteratura spirituale; epperò tale sequenza di accadimenti non si slega mai, è invece collegata alla voce successiva che si esprimerà in una struttura simile sempre a singole novelle. La lingua del libro è invece essenziale e di rimembranza minimalista, quasi fatta di ghiaccio. Scelta certamente giustificata dal motore spirituale delle vite dei personaggi che paiono, a tal ragione, accelerare la conclusione mentre narrano senza complicazioni - talvolta sembrano ombre che giudicano loro stesse - la dimostrazione dei pensieri. Ed è per questa decisione, infine, che la Vignali Albergotti attraverso lo stile adoperato, non distrugge mai l'attenzione del lettore, semmai la alleva.
“Piano piano sento di scivolare dentro questa cosa impenetrabile e oscura che fino a ora sono riuscita a gestire, e tutto diventa sempre più difficile. È sempre più difficile lavorare[...]È sempre più difficile stare bene con me stessa.”


“Nonostante tutto”
di Francesca Vignali Albergotti,
Fazi editore
pagg 206
Prezzo: 16,50 Euro

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