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Il paese dell’utopia. Viaggio nell’Uruguay di Pepe Mujica

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Il paese dell’utopia. Viaggio nell’Uruguay di Pepe Mujica

Un viaggio denso di storie, volti, passioni e incontri. È il viaggio nell'Uruguay dell'ultimo decennio raccontato da Leonardo Martinelli, giornalista e scrittore, che ha vissuto nel Paese sudamericano dal 2003 al 2007 e ci è tornato l'anno scorso per tirare le fila del lungo processo di trasformazione avvenuto con i governi della sinistra del Frente Amplio.

«Il Paese dell'utopia», edito da Laterza, intreccia personaggi e luoghi sui quali si staglia la figura del Pepe, al secolo José Alberto Mujica Cordano, ex presidente, già guerrigliero tupamaro. Visionario e anticonformista.

«Chi è infelice con poco non sarà felice con niente» è il mantra del Pepe, l'agricoltore prestato alla politica che negli anni alla presidenza, dal 2010 al 2015, e prima come ministro, ha fatto dell'Uruguay un laboratorio della sinistra sudamericana e non solo. Mujica, sposato con una ex guerrigliera, arrivando al vertice dello Stato si è tagliato lo stipendio a 1.200 dollari mensili perché, come ama ripetere, «la vita è breve, ci scappa dalle mani, e nessun bene materiale vale altrettanto». Un inno che è l'essenza dell'Uruguay, sottolinea l'autore. «L'animale uomo resta essenzialmente un animale utopico – è la filosofia del Pepe – nel senso che ha sempre bisogno di qualcosa in cui credere perché se non ci si innamora di qualcosa non ha senso alzarsi tutte le mattine e continuare a lottare».

Nel 2005 nel Paese è andato al potere il Frente Amplio e il piccolo, tranquillo Uruguay ha attirato in più occasioni l'attenzione del mondo. Oltre ai provvedimenti più eclatanti, come la liberalizzazione della marijuana, ce ne sono stati tanti altri, ben più incisivi seppure di minore impatto mediatico. A cominciare dalla riforma sanitaria, varata nel 2008, che ha creato un fondo comune e solidaristico, alimentato dai contributi di lavoratori e imprese, che permette di coprire l'accesso alla sanità di tutti. E proseguendo con la riforma fiscale che ha equiparato le varie forme di lavoro, dipendente e indipendente, sottoponendo tutti a tassazione dei redditi personali. Un modello per l'America Latina delle diseguaglianze sociali.

Dal 2003 al 2015 il tasso di disoccupazione in Uruguay è passato dal 16% al 6 per cento. Nel 2003 il debito era sopra il 120% del Pil, ora oscilla intorno al 60 per cento. Il risanamento però non è stata una cura lacrime e sangue sul modello europeo. Anzi, il rilancio economico ha portato più giustizia sociale e benessere per tutti. E, caso unico al mondo, un computer a ogni studente, anche nella pampa più sperduta. Nel 2014 il Pil pro-capite ha superato i 16mila dollari, in America Latina secondo solo al Cile.

Certo 3 milioni e 400mila abitanti sono pochi per pensare di esportare il “modello Uruguay” ai giganti latinoamericani feriti dalla crisi economica. Eppure il viaggio nel Paese dell'utopia lascia al lettore la netta sensazione che osare è possibile. Basta sognare e poi voler realizzare il sogno.

Il Paese dell'utopia. Viaggio nell’Uruguay di Pepe Mujica
di Leonardo Martinelli
Editori Laterza, 13 euro

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