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Mediocre «Franny» con Richard Gere

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Mediocre «Franny» con Richard Gere

Poche e non troppo interessanti le novità in sala: se nella scorsa settimana sono usciti film del calibro de «Il ponte delle spie», «Star Wars-Il risveglio della forza», «Francofonia» e «Irrational Man», in questo weekend di Natale sono in arrivo titoli di livello decisamente inferiore.

Il più atteso è «Franny», esordio di Andrew Renzi con protagonista Richard Gere. L'attore interpreta un affascinante milionario che nasconde un segreto che non ha mai rivelato a nessuno. Si dedica alla beneficenza e, in particolare, aiuterà la figlia di un suo vecchio amico in procinto di diventare madre. Ma la sua generosità, nei confronti di lei e del suo giovane marito, diventerà sempre più morbosa e invasiva.

Scritta e diretta dal neoregista, è un'opera prima che parte con discrete premesse che finiscono, però, per affossarsi presto sotto i colpi della prevedibilità. Renzi cerca di costruire un film dai toni misteriosi, ma i colpi di scena sono piuttosto telefonati e la sceneggiatura finisce per risultare convenzionale e priva di mordente. A un esordiente si possono concedere alcune ingenuità, ma ce ne sono troppe e anche il ritmo funziona a fasi alterne. Così così Richard Gere, ma anche il cast di contorno (Dakota Fanning e Theo James, in primis, nei panni della giovane coppia) non fa un granché per provare ad alzare il livello complessivo dell'operazione.

Tra le uscite c'è anche «Alvin Superstar-Nessuno ci può fermare» di Walt Becker. È il quarto lungometraggio della serie con protagonisti i tre scoiattolini chipmunks, capitanati proprio da Alvin. Iniziata con «Alvin Superstar» del 2007, è una saga che non ha mai regalato particolari soddisfazioni e anche questo capitolo non fa certo eccezione.

Si tratta di una grossolana commedia degli equivoci senza pretese, incapace di regalare sorprese e anche il divertimento latita non poco. Quasi impossibile riuscire ad apprezzare un prodotto tanto derivativo, povero d'idee e mai avvincente al punto giusto.
È fatto per i più piccoli, ma non è detto che si accontentino.

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