Cultura

L'abitudine di tornare di Carmen Consoli

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MUSICA

L'abitudine di tornare di Carmen Consoli

Carmen Consoli ha l'abitudine di tornare a Milano, sua città di adozione dove non poteva non fare tappa per presentare il suo ultimo disco per l'appunto “L'abitudine di tornare”. Ieri sera agli Arcimboldi fin da subito, con i primi brani eseguiti da sola in scena con la band di sette elementi dietro il sipario, ha mostrato l'attitudine di tornare alla tradizione di cantastorie siciliana riveduta e corretta alla sua maniera. Una maniera decisamente più materna con i patemi e i riferimenti alla sua recente esperienza di madre.

E' uno stile più morbido, come la sua figura, senza il graffio della prima maniera quando urlava agitata come il vento”Confusa e felice”, ieri sera assente nella ricca scaletta di oltre due ore. Restano i ritmi su tempi dispari ma le distorsioni elettriche, non ci sono più sono presenti solo nel racconto iniziale quando cita i “Sonic Youth” la band della scena grunge dalle acide distorsioni. L'attuale Consoli si concentra solo sui testi a scapito di un suono che seppur curato è poco incisivo, anzi si ha l'impressione che non venga sfruttata al meglio la sua band per metà composta da donne.

Per apprezzare al meglio i suo testi che non seguono più lo schema della forma canzone ma si dilatano nell'oralità dei cantastorie servirebbe una conoscenza preliminare per coglierne la ricchezza che sfugge altrimenti ad un primo ascolto live. Anche perché il timbro originale , dal sapore “consolatorio” agrodolce, prevale nella sua voce che non scandisce a sufficienza le parole per farne cogliere a pieno il senso e la trama, fatto essenziale quando manca un ritornello.

E' una cronachistica dell'Italia odierna raccontata anche con distacco, spesso vive all'estero: era Parigi per il tour lo scorso Autunno quando c'è stato l'attacco terroristico al Bataclan: alla sua abitazione giunsero gli echi di quei drammatici momenti. Ma nonostante il suo sguardo alla contemporaneità, per quanto possa esserlo un album uscito dopo cinque anni di silenzio, è un album della maturità che si rifà alla tradizione classica. Anche la chiusura per ringraziare insieme alla sua band il pubblico è più da tradizione teatrale dei cantastorie o dell'opera che della scena pop.

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