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Il tedesco «Havarie» apre la sezione Forum del Festival di Berlino

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Il tedesco «Havarie» apre la sezione Forum del Festival di Berlino

Mentre i riflettori del Festival di Berlino sono tutti indirizzati verso «Ave, Cesare!», film dei fratelli Coen che è stato scelto come titolo inaugurale della kermesse, la sezione Forum si è aperta con una serie di pellicole capaci di stuzzicare l'appetito degli amanti di un cinema anticonvenzionale e distante dagli standard del mainstream.
Tra questi, c'è a pieno titolo «Havarie», firmato dal documentarista tedesco Philip Scheffner.

Prima pellicola delle sezioni collaterali proposta alla stampa presente a Berlino, il film mostra una piccola imbarcazione in avaria, carica di migranti in attesa dell'arrivo dei soccorsi. L'immagine della barca è sostanzialmente fissa sullo schermo, mentre ad alternarsi sono rumori, canzoni e voci di persone di diverse nazionalità.

Affidandosi alla sua esperienza come documentarista, Scheffner costruisce una pellicola dove l'apparato sonoro conta più di quello visivo: l'effetto è straniante, quasi alienante in alcuni passaggi, con immagini che procedono a scatti mentre la piccola imbarcazione fluttua tra le onde e, a tratti, finisce per confondersi con l'acqua del mare.

Non è un prodotto per tutti, anzi, ma il taglio sperimentale indubbiamente si addice a un lungometraggio tanto radicale e diverso dalla maggior parte dei film che trattano argomenti di questo tipo.

Lo stile da videoarte scelto da Scheffner è sicuramente compiaciuto, ma la staticità dell'azione viene giustificata dal tentativo di rendere sullo schermo le sensazione vissute dai migranti, costretti a un'attesa che pare infinita. Soltanto a metà pellicola una panoramica ci mostra una grande nave in transito, unica speranza per la piccola imbarcazione dispersa in mezzo al mare.

A tratti un po' sterile e indubbiamente troppo lungo, «Havarie» è comunque un prodotto che fa riflettere ed è il tipo di film che si può (e si deve) proporre nel cartellone di una sezione all'avanguardia come questa.

E se pensiamo che lo scorso anno all'interno di Forum aveva trovato spazio «The Forbidden Room» di Guy Maddin (uno dei titoli più intensi e interessanti dell'intera manifestazione), le sorprese che potrà riservare questa sezione non sono certo terminate: tra i nomi principali che presenteranno le loro nuove opere nei prossimi giorni, troviamo Wang Bing, Guillaume Nicloux ed Eugène Green.

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