Cultura

Sanremo «si traveste» in attesa dei primi verdetti: Virginia…

  • Abbonati
  • Accedi
QUARTA SERATA

Sanremo «si traveste» in attesa dei primi verdetti: Virginia diventa Belén, Elio invecchia

È la serata dei primi verdetti. La semifinale di Sanremo decreta il vincitore della sezione Giovani e i cinque Campioni eliminati, uno dei quali sarà ripescato al televoto per la finalissima di domani. Così impone la nuova formula del Festival della canzone italiana, frutto degli aggiustamenti introdotti da Carlo Conti al suo secondo anno di conduzione e direzione artistica.

E si parte subito con il concorso delle Nuove proposte che ieri sera andò a finire in bagarre. Si esibiscono, nell'ordine, Mahmood con i mengonismi di «Dimentica», Francesco Gabbani con la battiatesca «Amen», Chiara Dello Iacovo, grande favorita della vigilia con l'orecchiabile «Introverso», e lo scafatissimo Ermal Meta che riporta sul palco «Odio le favole». E si esibisce anche Miele, la cantante siciliana al centro del curioso caso di giovedì sera (sulle prime era stato decretato il suo passaggio del turno a spese di Gabbani poi, a seguito della ripetizione del voto della sala stampa, l'eliminazione della ragazza). L'ospitata fuori concorso placa polemiche e ricorsi.

Quindi si entra nel concorso dei Big che ospita l'esecuzione di tutte e 20 le canzoni in gara in ordine inverso rispetto a quello delle prime due serate. Parte Annalisa con il melodramma del «Diluvio universale», quindi tocca agli Zero Assoluto con l'electro-pop «Di me e di te». E qui si scopre il terzo travestimento di Virginia Raffaele: stavolta è una incontenibile Belen, prima in abito monastico («Volevo fare una cosa diversa», spiega con accento ispanoamericano), quindi scosciatissima definisce Sanremo «un posto comodo: è l'unico posto in cui i paparazzi sono già lì pronti, non devi essere tu a chiamarli». Per lei «non c'è scandalo da perdere». Terzo a cantare, introdotto da un Gabriel Garko ormai calatosi con un pizzico di autoironia nella parte del valletto bello e impedito, è Rocco Hunt con la grande presa ottimistica di «Wake up», quindi arriva il dramma dei migranti persi nel «Blu» cantati da Irene Fornaciari. Aggiustano il tiro Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, grandi favoriti della vigilia con «Via da qui», mentre acquista spessore a ogni ascolto «Il primo amore non si scorda mai» di Enrico Ruggeri e Francesca Michielin infila rime baciate per «Nessun grado di separazione». Ennesimo colpo di teatro di Elio e le Storie Tese che, per eseguire la loro «Vincere l'odio», si presentano sul palco dell'Ariston con un trucco che li invecchia, in barba a quanti fingono rinnovamenti apparenti. Quanto ai «Cieli immensi» di Patty Pravo, funzionano decisamente meglio della serata d'esordio.

© Riproduzione riservata