Cultura

Eco, l’omaggio di Milano martedì al Castello Sforzesco

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la morte del grande scrittore

Eco, l’omaggio di Milano martedì al Castello Sforzesco

Sono moltissime, da un capo all’altro del globo, le reazioni alla morte di Umberto Eco, segna di una fama che ne faceva forse l’intellettuale italiano più conosciuto e considerato al mondo. Dai semplici lettori fino alle massime autorità istituzionali, numerosi i kmessaggi di cordoglio dopo la diffusione della notizia della sua morte.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si dice «particolarmente addolorato» per la morte di Umberto Eco. «Umberto Eco - continua Mattarella - era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia - prosegue il Capo dello Stato - si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere». Il presidente della Repubblica ricorda ancora di Eco come fosse «osservatore acuto e disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze» e che «si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale. I suoi saggi e i suoi romanzi - conclude - hanno portato grande prestigio all'Italia e arricchito la cultura di ogni latitudine».

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ricordato lo scrittore e intellettuale scomparso nella notte a Milano come un «esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro». Renzi si era intrattenuto l'ultima volta con Eco all'Expo di Milano nello scorso giugno assieme al presidente francese, Francois Hollande, proprio sui temi della identità europea, dell'innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l'intolleranza.

La notizia sui social network
A pochi minuti dalla sua diffusione, la notizia della morte di Umberto Eco rimbalza sulla rete e fa letteralmente esplodere i social network. Così su twitter lo scrittore che amava dire «chi non legge, a 70 anni avra' vissuto una sola vita», diviene in una manciata di minuti il top trend italiano e il protagonista di centinaia di conversazioni. L'omaggio-social si traduce in decine di foto che ritraggono l'intellettuale in cattedra, mentre lavora, tra i suoi amati libri. Il tutto avviene a notte fonda. Il “fenomeno Eco” si diffonde silenzioso e inarrestabile. I cinguettii arrivano da tutta Italia, postati da politici, intellettuali, collegi e amici. Ma anche e soprattutto dai tanti lettori che lo hanno amato leggendo le pagine dei suoi libri, a cominciare da «Il nome della Rosa», tradotto in tutto il mondo e con milioni di copie vendute. Nel mare di tweet saltano agli occhi quelli di Bompiani («Lutto per la cultura, ci lascia Umberto Eco. Siamo addolorati»), del sindaco di Milano Giuliano Pisapia («Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano. La nostra città senza di te è più triste e più povera»). Poi quelli di Ezio Mauro («Ciao Umberto, la cultura come passione»), Gad Lerner («Rimpianto e tristezza per la scomparsa del grande Umberto Eco»), Roberto Saviano («Nomina nuda tenemus. Addio professore»), e poi Gene Gnocchi, Gianni Cuperlo, Ivan Scalfarotto, Stefano Bonaccini. Poi quello della cantante Noemi («Umberto Eco una parte della nostra cultura e letteratura. Ora tocca a noi») e tanti altri ancora che citano le sue tante massime, diventate buone abitudine per generazioni di italiani: «Il bene di un libro sta nell'essere letto», «Chi legge avrà vissuto 5.000 anni. La letteratura è un'immortalità all'indietro», «I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare».

Il tributo sulla stampa internazionale
Dall'Europa agli Stati Uniti, passando per i Paesi arabi. La stampa internazionale rende omaggio a Umberto Eco e la maggior parte gli dedica un articolo sulla prima pagina online. «Morte di Umberto Eco, l'autore del romanzo medievale “Il nome della rosa”», è il titolo che campeggia su Le Monde che gli dedica numerosi articoli e una grande foto; titolo simile anche per Liberation. La notizia della morte di Eco compare anche sul giornale emiratino, Gulf News e su tutte le edizioni di Huffington Post. Quasi tutta la stampa britannica dedica la copertina al filosofo, ricordato soprattutto per «Il nome della rosa», dal quale era stato tratto l'omonimo film con Sean Connery nel 1986. «Lo scrittore italiano Umberto Eco muore a 84 anni», è il titolo della Bbc, seguito dal Guardian che lo ricorda anche come critico, dall'Independent («Conquistò la notorietà a livello mondiale per >Il nome della rosa») e dal Daily Telegraph il quale sottolinea che «era considerato da molti come uno dei più grandi scrittori della letteratura italiana». «Muore lo studioso e romanziere italiano Umberto Eco, era un esperto nel campo arcano della semiotica, le cui 7 opere di narrativa include anche il blockbuster «Il nome della rosa», è il titolo del New York Times, seguito dal Wall Street Journal, «Muore l'autore del nome della rosa». Mentre il Los Angeles Times lo ricorda come «l'intellettuale che tesseva semiotica, storia e religione nei suoi romanzi diventati bestseller».

L’omaggio pubblico martedì al Castello Sforzesco di Milano
Mentre la sua città natale, Alessandria, celebrerà il lutto con le bandiere a mezz’asta egli dedicherà un luogo simbolo della cultura, l’omaggio della città di Milano, dove lo scrittore viveva, si terrà martedì 23 febbraio al Castello Sforzesco. A quanto si apprende, alle 15 verrà aperta una sala all'interno di uno dei luoghi più rappresentativi della città. Qui verrà esposto il feretro dello scrittore che con Milano aveva instaurato un rapporto molto profondo, tanto da dedicarle il suo ultimo romanzo, Numero Zero.

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