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Il Quirinale in bella prospettiva

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ARTE

Il Quirinale in bella prospettiva

Massimo Listri è considerato uno dei maggiori fotografi d’interni e di architettura al mondo. Lavora dagli anni ’80 e ha pubblicato una sessantina di libri. È un formidabile “ritrattista” di palazzi antichi, di biblioteche, di archivi e di musei, tutti colti nella loro magnificenza interna e secondo nitide prospectivae rinascimentali, quasi sempre rigorosamente centrali. È capitato una volta di vederlo al lavoro all’interno del bellissimo Palazzo Borromeo sull’Isola Bella del Lago Maggiore, in una tersa giornata d’inverno. Listri è arrivato armato solo del suo cappotto di loden e della sua macchina fotografica. Niente teli, niente schermi, niente luci o strumentazioni speciali. Ha aspettato che il sole facesse il suo corso e illuminasse naturalmente gli ambienti. Poi ha scattato. Solo in alcuni casi ha usato il loden per evitare i riflessi, sollevandolo ai lati come fosse un pipistrello. Listri è un artigiano della fotografia.

Il suo ultimo importante “ritratto di palazzo” riguarda nientemeno che il Palazzo del Quirinale. Listri gli ha appena dedicato un libro, ovviamente spettacolare, dal titolo Il Quirinale, edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani a cura di Renata Cristina Mazzantini con introduzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Questo libro nasce da una precisa volontà. Il settennato di Mattarella è cominciato con la ferma decisione di aprire al pubblico il Palazzo del Quirinale. Un gesto di alto valore simbolico, per sottolineare che il luogo istituzionale per eccellenza, nel quale opera il vertice dello Stato, sia anche da considerare una casa aperta a tutti. E proprio nell’ambito del progetto di avvicinamento dei cittadini al cuore simbolico della nazione è scaturita l’idea di una campagna fotografica ad hoc che esaltasse al massimo la bellezza degli ambienti. E a fare il “ritratto” del palazzo presidenziale (forse più bello del mondo) è stato chiamato, non a caso, il fotografo Massimo Listri, che di questo genere di ritratti “palaziali” è un maestro indiscusso.

Il Quirinale nasce da una preziosa stratificazione di edifici destinati ad essere reggia, prima di papi e poi di re (da Napoleone ai Savoia). Squadre d’architetti di vaglia (il Mascarino, Domenico Fontana, Gian Lorenzo Bernini, Ferdinando Fuga, Raffaele Stern e Antonio Cipolla) si sono avvicendati nei secoli per rendere grandiosi e sontuosi soprattutto gli interni del palazzo, che si rivela oggi come una magniloquente sequenza di saloni, cappelle, appartamenti, loggiati e corridoi. Alcuni di questi ambienti vennero anche ammantati di dipinti di grande pregio, impegnando artisti come Giovanni Lanfranco, Pietro da Cortona e Guido Reni. Durante l’età sabauda confluirono nel Quirinale importanti arredi provenienti dalle antiche regge preunitarie, con centinaia di oggetti d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, mobili, argenti, porcellane, orologi e libri, che hanno fatto della dimora presidenziale italiana un vero e proprio museo.

Tuttavia, il Quirinale non è un museo ma un palazzo vivo e attivo, il luogo dove quotidianamente si svolge il lavoro della più alta carica dello Stato. Forse per questo la sua apertura al pubblico lo ha imposto come una attrazione culturale tra le più apprezzate di Roma. Afferma il Presidente Mattarella nella sua Prefazione: «Il Quirinale ha tanto da far conoscere, ma non è un museo. È la casa di tutti gli italiani e, come tale, costituisce un punto di riferimento per l’intero Paese. Essere italiani è insieme un privilegio e una responsabilità. Nascere in un luogo ricco di bellezza è un dono: a chi lo ha ricevuto spetta conservarlo, valorizzarlo e continuare ad esprimere una qualità che ne sia all’altezza».

Il libro fotografico di Listri contribuirà oltremodo alla celebrità di questa «casa di tutti gli italiani». Anzi, fornisce ora un ulteriore stimolo alla visita perché dal libro è stata tratta la mostra Il Palazzo del Quirinale nelle Fotografie di Massimo Listri che domani alle ore 17,30 verrà inaugurata nel palazzo da Antonio Paolucci e Massimo Bray, alla presenza del Presidente della Repubblica. La mostra si compone di dieci spettacolari fotografie tratte dal libro e riprodotte in grande formato (cm 180 x 225), che saranno esposte per una quindicina di giorni nella Sala di Augusto.

Con queste «immagini metafisiche» (così definisce le fotografie di Listri, Renata Cristina Mazzantini, curatrice del volume), il fotografo ha immortalato la sontuosità degli ambienti evitando però il taglio documentaristico e cogliendo invece - nel nitore delle immagini realizzate sempre e soltanto con luce naturale – l’essenza di una bellezza costruita sui valori dell’equilibrio, della simmetria, della luce e del silenzio.

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