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Weekend all'insegna del thriller con «Room» e «Regali da uno…

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Weekend all'insegna del thriller con «Room» e «Regali da uno sconosciuto»

Il cinema ad alta tensione è il protagonista del weekend in sala: tra le nuove uscite, spazio a due thriller particolarmente attesi come «Room» e «Regali da uno sconosciuto – The Gift». Nominato a quattro premi Oscar, «Room» ha trionfato nella categoria per la miglior attrice protagonista, con Brie Larson che ha conquistato l'ambita statuetta. L'attrice veste i panni di una giovane madre, che vive insieme al figlio in una misteriosa stanza da cui non possono uscire. Il piccolo non ha mai visto il mondo esterno e crede che il mondo intero sia dentro quelle quattro mura.

Diretto dall'irlandese Lenny Abrahamson, già apprezzato per «Garage» del 2007, il film ha dalla sua un soggetto accattivante (che prende spunto da un romanzo di Emma Donoghue) e una prima parte suggestiva e affascinante al punto giusto. Col passare dei minuti, però, la tensione funziona a fasi alterne e, una volta svelato il tragico mistero, c'è da segnalare un calo evidente. La conclusione non è male, ma prima di questa sono troppi i momenti di stanca e le sequenze eccessivamente retoriche. Brava Brie Larson (ma quel premio l'avrebbe meritato la Cate Blanchett di «Carol» o la Charlotte Rampling di «45 anni»), ma la vera sorpresa è il giovanissimo Jacob Tremblay, dieci anni e già pronto a diventare una star di Hollywood.

Una (piccola) sorpresa è anche «Regali da uno sconosciuto – The Gift», esordio dietro la macchina da presa dell'attore Joel Edgerton. Al centro c'è una coppia di successo, Simon e Robyn, che si è appena trasferita in California in una grande villa. Mentre sono a fare compere, vengono fermati da un vecchio compagno di scuola di Simon, che vorrebbe tornare a frequentarlo. Le conseguenze, però, saranno tutt'altro che piacevoli. Scritto e diretto da Edgerton, che interpreta anche l'uomo misterioso, «Regali da uno sconosciuto – The Gift» è un classico thriller girato piuttosto bene, convenzionale nella sceneggiatura ma capace di tenere alta la suspense fino alla fine. Il neoregista dimostra una mano più che discreta e nella parte centrale riesce a restituire tutta l'angoscia che prova il personaggio di Robyn, ben interpretato da Rebecca Hall. Alcuni passaggi, soprattutto verso la conclusione, sono un po' scontati ma per essere un'opera prima priva di grandi pretese ci si può davvero accontentare.

Decisamente meno vibrante è «Suffragette», film che racconta la ribellione delle donne per la disparità di trattamento rispetto agli uomini all'inizio del Novecento: tra queste, c'è Maud, giovane moglie e madre che si unisce alle rivendicazioni. Diretto da Sarah Gavron (alla sua seconda opera di finzione dopo «Brick Lane»), è un film che fa luce su un importante pezzo di storia poco trattato dal mondo del cinema. Gli intenti sono nobili e l'impegno si nota, ma manca del tutto un degno respiro cinematografico e non ci sono momenti da ricordare. Si poteva fare di meglio, anche perché il cast è composto da un parterre di attrici prestigiose: da Carey Mulligan a Helena Bonham Carter, passando per Meryl Streep.

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