Cultura

L'emozionante «Weekend» di Andrew Haigh

  • Abbonati
  • Accedi
CINEMA

L'emozionante «Weekend» di Andrew Haigh

Un fermo immagine dal film «Weekend»
Un fermo immagine dal film «Weekend»

Un recupero importante per il pubblico italiano: a cinque anni di distanza dalle sue prime proiezioni, arriva nelle nostre sale «Weekend», emozionante film di Andrew Haigh.
Dopo l'ottimo successo di critica di «45 anni», la casa di distribuzione Teodora ha così puntato anche sul precedente lungometraggio del talentuoso regista inglese: una scelta coraggiosa, visto che l'uscita della pellicola è stata preceduta da una serie di polemiche (la CEI – la Conferenza Episcopale Italiana – l'ha frettolosamente etichettata come “sconsigliata” e “scabrosa”, dato che si parla di tematiche come droga e omosessualità).

Al centro c'è una storia d'amore, breve ma intensa, tra due ragazzi gay, Russell e Glen, che si conoscono in un locale e nell'arco di un weekend raggiungono una straordinaria intimità.
Scritto e diretto da Haigh, il film conferma la notevole capacità del regista di trattare con grande spessore i sentimenti umani e i turbamenti che si possono insinuare in una relazione. I dialoghi, vero fiore all'occhiello dell'operazione, sono sentiti e sempre credibili, ma anche la regia sa il fatto suo e, grazie a una messinscena ordinata e rigorosa, riesce a coinvolgere al punto giusto.
Non manca qualche momento altalenante e un lieve calo nella parte centrale, ma è comunque un film da vedere, spontaneo e molto curato allo stesso tempo. Bravi anche i due protagonisti Tom Cullen e Chris New.

Al momento è soltanto in pochi cinema, viste le polemiche di cui sopra, ma vale davvero la pena di scovarlo e chissà che un passaparola positivo non aumenti anche il numero delle sale.
Molto meno interessante è «Forever Young» di Fausto Brizzi, film che racconta l'ossessione del rimanere giovani di uomini e donne entrati nella fase degli “anta”.
L'argomento è certamente attuale, ma Brizzi lo superficializza troppo, eccede nella caratterizzazione di personaggi macchietta e carica eccessivamente i dialoghi rendendoli poco sinceri.

Così, ne risulta solo un'operazione studiata a tavolino, che sa divertire in alcuni passaggi ma che non riesce mai a superare la soglia del prodotto di semplice (e spesso poco azzeccato) intrattenimento.
Nel cast Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Lillo e Teo Teocoli.
Infine, una menzione negativa anche per «The Divergent Series: Allegiant» di Robert Schwentke, terzo capitolo della saga cinematografica ispirata ai romanzi di Veronica Roth.
I due giovani protagonisti, interpretati da Shailene Woodley e Theo James, si avventurano in un mondo sconosciuto, che si trova oltre la recinzione che circonda Chicago. Qui vengono presi in custodia da una misteriosa agenzia che rivela loro una serie di scottanti verità.

Se i primi due episodi («Divergent» e «Insurgent») faticavano a trovare il giusto ritmo e ad appassionare, non fa eccezione questo fiacco terzo capitolo, inutilmente tirato per le lunghe e ridondante più che mai.
L'apparato visivo non stupisce, la narrazione è sempre scontata, gli attori recitano maluccio: sostanzialmente, non c'è davvero nulla da salvare.
La saga si chiuderà il prossimo anno con un ultimo capitolo, «Ascendant», che sarà diretto da Lee Toland Krieger.

© Riproduzione riservata