Cultura

Palermo, città splendida e decadente nelle foto di Letizia Battaglia

  • Abbonati
  • Accedi
la mostra

Palermo, città splendida e decadente nelle foto di Letizia Battaglia

(Copyright Shobha)
(Copyright Shobha)

Una città povera e infelice, disperata e disperante. Una città odiata come si può odiare qualcosa che si ama profondamente. Una città dalla luce accecante e magnifica che appare tetra e terribile. Mortificata nella sua bellezza, violentata dalla mafia, dai politici e dalla corruzione. È la Palermo che si può cogliere negli scatti di Letizia Battaglia, fotografa, intellettuale, politica che della sua città si dice presa da una «dolcissima disperazione».

Quelle fotografie in bianco e nero, in grande formato, che dal 6 marzo e fino all’8 maggio occupano l’intero spazio della Zac (la Zona arti contemporanee che si trova nel cuore dei Cantieri culturali alla Zisa a Palermo) insieme a videointerviste, libri sull’artista e altro materiale inedito. Solo un assaggio di quello che sarà: un grande Centro internazionale di fotografia che Letizia Battaglia sogna da tempo e che oltre a contenere il materiale della fotografa palermitana potrà contare sulle foto dei tanti fotografi internazionali che sono passati da Palermo e su uno spazio dedicato ai giovani. Uno spazio «per chi ama la fotografia» ricavato anch’esso all’interno dei Cantieri culturali (le ex fabbriche Ducrot della Palermo felicissima dei primi del Novecento) di cui si parla da anni e che ora sembra prendere forma: recentemente il sindaco Leoluca Orlando ha confermato l’impegno dell’amministrazione comunale.

Intanto vale la pena visitare questa mostra che riporta e ci mostra le contraddizioni di questa città in cui nemmeno la bellezza di una ragazza nuda riesce a distrarci dal decadimento e dall'abbandono di un palazzo, uno dei tanti che negli anni è stato lasciato all’abbandono e all’incuria. C’è la povertà e ci sono i riti, ma ci sono soprattutto le foto di quella mattanza, di quella guerra civile che si è svolta a Palermo negli anni Ottanta e Novanta, fino a quel luglio del 92 in cui cadono Paolo Borsellino e gli uomini della scorta in  Via D’Amelio e Letizia Battaglia decide di smettere di fare quello che faceva dal 1971: la fotoreporter. Quelle foto scattate per il quotidiano L’Ora: un percorso espositivo che parte dalle prime fotografie scattate all’inizio degli anni Settanta a Milano (tra queste quella di Pier Paolo Pasolini al cinema Turati) ma ci sono soprattutto le foto di mafia (i tanti morti ammazzati e le immagini dei potenti boss come uno sprezzante Luciano Liggio e l’immagine del primo arresto di Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina) e poi quelle di giudici, poliziotti e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa nostra: Da Boris Giuliano a Ninni Cassarà, dal giudice Cesare Terranova a Piersanti Mattarella fino a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Di loro Letizia Battaglia dice: «Avevamo delle persone che rappresentavano il nostro orgoglio. Li hanno tutti ammazzati». E poi ci sono le immagini del potere: i politici legati alla mafia come Vito Ciancimino e Salvo Lima. E c’è la foto, emblematica e significativa, di Giulio Andreotti con il mafioso Nino Salvo, trovata dagli investigatori negli archivi di Letizia Battaglia e utilizzata nel processo contro Andreotti come prova dei suoi legami con gli esattori di Salemi. E poi c’è la società civile: donne e bambini dei quartieri popolari. ma anche la borghesia e la nobiltà palermitana opulenta e protagonista di feste e ricevimenti religiosi.

La mostra è accompagnata da un esteso volume pubblicato da Drago in due edizioni, italiano e inglese, (360 pagine, 25 x 33 cm), che raccoglie l'intero corpus fotografico della mostra, con un testo introduttivo di Paolo Falcone e interventi di importanti esponenti internazionali del mondo della fotografia, del giornalismo, della cultura, della politica. «Letizia - scrive Paolo falcone - fotografa con un grandangolo capace di una notevole esaltazione prospettica dando forte enfasi al primo piano rispetto allo sfondo. È sempre a stretto contatto con i soggetti da lei fotografati e con l'ausilio di un vasto angolo di campo, che suscita nell'osservatore la sensazione di essere presente sulla scena. Crea uno stile personale e scrive la sua geometria compositiva a ogni scatto, evidenzia sguardi e gesti, sottolinea emozioni senza alcuna mediazione, lasciando esprimere liberamente il suo istinto. Da quegli sguardi, da quegli odori acidi, dal sapore aspro e pungente del sangue, della morte, della sofferenza, della disperazione, nelle immagini di Letizia Battaglia si sono determinate intense relazioni tra soggetto, spazio e tempo. La fotografia assume per lei una forte connotazione politica e un potente strumento per sensibilizzare l'opinione pubblica anche grazie allo stretto legame con Franco Zecchin, fotografo con il quale percorre anni di vita e di lavoro».

INFO
titolo mostra: Letizia Battaglia, Anthologia
a cura di: Paolo Falcone
inaugurazione: sabato 5 marzo 2016, ore 18.00
apertura al pubblico: 6 marzo - 8 maggio 2016
orari: da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 18.30
giorno di chiusura: lunedì
ingresso libero
ZAC – Cantieri Culturali alla Zisa
via Paolo Gili 4, Palermo
www.letiziabattaglia.com

© Riproduzione riservata