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Jerry Lewis compie novant'anni: tanti auguri al grande comico americano

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CINEMA

Jerry Lewis compie novant'anni: tanti auguri al grande comico americano

Si festeggia un compleanno importante sotto i riflettori di Hollywood: Jerry Lewis compie novant'anni, molti dei quali passati di fronte a una macchina da presa.
Nato a Newark, nel New Jersey, il 16 marzo 1926, da una famiglia di origine ebraica, Lewis (il vero nome è Joseph Levitch) inizia a esibirsi a soli cinque anni nei night club, insieme ai genitori: suo padre era un cantante e attore di varietà, sua madre una pianista.

Dopo la scuola e diversi lavori (da magazziniere a fattorino), ottiene nel 1940 un posto di maschera in un cinema di New York, dove si mette in mostra improvvisando brevi siparietti comici negli intervalli.

Sei anni dopo conosce Dean Martin, attore e cantante con cui inizierà uno storico sodalizio decennale, che li vedrà recitare insieme in ben sedici film, tra cui «Il nipote picchiatello» e «Artisti e modelle».

Anche per merito del determinante apporto del regista Frank Tashlin, Lewis raggiunge in questi anni un successo stratosferico grazie alla sua innata capacità mimica, vero trait d'union tra le gag slapstick del cinema muto e la comicità contemporanea.
Dopo la separazione da Dean Martin, sempre seguendo i consigli di Tashlin, Lewis esordisce dietro la macchina da presa con «Ragazzo tuttofare» del 1960.

In questo notevole omaggio a Stan Laurel, il neoregista dimostra anche di sapersi dirigere: sarà infatti soltanto la prima tappa di una nuova carriera.
Con il successivo «Il mattatore di Hollywood» conferma di avere la Mecca del Cinema come obiettivo principale della sua satira: spesso i suoi lavori (come «Jerry 8 e 3/4») guardano all'industria della settima arte, e a quei generi classici che Lewis scardina e rivisita col suo stile irriverente.

Il risultato più alto della sua notevole carriera è infatti «Le folli notti del dottor Jerryll» (1963), parodia horror di culto, semplicemente indimenticabile.
Attraverso l'arma della risata, l'attore e regista mette a nudo gli aspetti degenerati e mostruosi della società americana, come dimostra ancora in «Tre sul divano» (1966), «Il ciarlatano» (1967) e «Scusi, dov'è il fronte» (1970).

Tra i suoi film più recenti da attore, una menzione speciale va a «Re per una notte» (1983) di Martin Scorsese e ad «Arizona Dream» (1992) di Emir Kusturica.
Oltre ai riconoscimenti cinematografici, le due stelle sulla Walk of Fame e il Leone d'Oro alla carriera nel 1999 su tutti, è da ricordare il suo impegno nel sociale: dal 1949 si è dedicato a raccogliere fondi per gli studi sulla distrofia muscolare e nel 1977 ha ottenuto la candidatura al premio Nobel per la pace. È stato anche insignito dell'onorificenza della Legion d'Onore: nel 1984 con il titolo di Cavaliere e nel 2006, in occasione dell'ottantesimo compleanno, con quello di Commendatore.

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