Cultura

Kung Fu Panda 3: divertimento col pilota automatico

  • Abbonati
  • Accedi
cinema

Kung Fu Panda 3: divertimento col pilota automatico

L'animazione è protagonista in sala: tra i titoli più attesi del weekend c'è indubbiamente «Kung Fu Panda 3», nuovo capitolo della saga con protagonista il simpatico panda Po. Diretto da Jennifer Yuh insieme all'italiano Alessandro Carloni, il film vede l'incontro tra Po e il suo padre biologico. Una nuova minaccia, però, rischia di compromettere la felice rimpatriata. Iniziata nel 2008 e proseguita nel 2011, l'epopea del panda esperto di arti marziali si avvale di un nuovo capitolo, godibile ma ormai vittima di una serie di gag prevedibili e scritte col pilota automatico.

Discreta la confezione – ma la DreamWorks Animation ha fatto spesso di meglio in passato – ed efficace il ritmo nella prima parte, ma a lungo andare la sceneggiatura si fa troppo telefonata e l'intrattenimento funziona a fasi alterne. A dir poco sterili le polemiche degli ultimi giorni relative al fatto, manipolato in chiave politica, che Po ha “due papà”, uno adottivo e uno biologico. Adatto per una visione in famiglia senza pretese, ma non chiedetegli niente di più. Grandi aspettative anche per «Brooklyn» di John Crowley con Saoirse Ronan. L'attrice interpreta una ragazza irlandese che fatica ad ambientarsi a Brooklyn. S'innamora di un idraulico, ma una tragica notizia la costringerà a tornare nella sua terra natale. Tratto da un romanzo di Colm Tóibín, adattato da Nick Hornby, «Brooklyn» è un mélo piuttosto convenzionale, raffinato nella messinscena ma privo del giusto nerbo narrativo.

Capace di coinvolgere soltanto a tratti, pecca di alcuni passaggi eccessivamente pretestuosi e studiati a tavolino, accompagnati da dialoghi a dir poco furbetti e non sempre credibili. Buona, ad ogni modo, la prova della protagonista Saoirse Ronan, che per questo ruolo si è guadagnata la seconda nomination agli Oscar in carriera. Una (piccola) sorpresa inattesa è invece «The Lesson – Scuola di vita». Al centro c'è una professoressa d'inglese che insegna ai suoi studenti l'onestà e il rigore morale: ad esempio, quando uno degli alunni viene derubato, l'insegnante esige a tutti i costi che il colpevole confessi. La scoperta di uno sfratto imminente, potrebbe farle cambiare prospettiva sul suo modo d'intendere la vita. Interessante esordio di due registi bulgari, Kristina Grozeva e Petar Valchanov, «The Lesson – Scuola di vita» è un dramma che parla di etica e morale nel mondo odierno, segnato dalla crisi economica.

La protagonista si rende conto che il confine tra il giusto e l'ingiusto è meno profondo di quanto credesse, soprattutto quando, pur di ottenere dei soldi, si è disposti a qualsiasi cosa. I due neoregisti la seguono costantemente con la loro macchina da presa, con uno stile che può ricordare autori del calibro dei fratelli Dardenne o di Cristian Mungiu: il loro “tocco” è ancora un po' acerbo, ma il talento non manca e potrebbero essere due nomi da tenere in considerazione per il futuro. Da segnalare qualche ridondanza nella narrazione, soprattutto nell'imprecisa parte centrale, ma sono diverse le scene che colpiscono nel segno e il risultato è un film riuscito e capace di far riflettere.

© Riproduzione riservata