“Chi di noi”, romanzo d'esordio del 1953 dell'uruguayano Mario Benedetti, esce finalmente anche in Italia. Narra di un triangolo amoroso: lei lui e l'altro si conoscono sin dagli anni dell'adolescenza ma solamente in età adulta, dopo varie vicissitudini, esprimono i loro pensieri rimuginati nell'arco di decenni. È un triangolo amoroso sotto forma di testo scritto che ognuno dei tre redige per cristallizzare per sempre lo stato delle cose e dare un'immagine a un passato fatto principalmente di pensieri.
Miguel, marito di Alicia, si appresta a scrivere la sua versione dei fatti nella relazione con sua moglie e con l'amico Lucas proponendosi di essere il più possibile onesto e sincero. La sua sincerità la applica soprattutto nel descrivere con lucidità il suo essere assolutamente mediocre: «Ho realizzato il mio unico proposito: essere il più sincero dei mediocri, l'unico consapevole della propria banalità». Miguel individua nel non dire, solo nel pensare la realtà, il suo punto di forza sull'esistenza, la sua lettura dei fatti come unico modo di stabilire un equilibrio.
Alicia, nel medesimo momento di allontanamento da Miguel, gli scrive una lettera in cui i medesimi fatti iniziano ad assumere molteplici rifrazioni e in cui la parola, nello specifico la parola non detta, è la causa di una costante perdita. Descrive il loro matrimonio che «non è stato un fallimento, ma qualcosa di peggiore: un successo sprecato», all'interno di anni in cui tutti hanno recitato una parte che si adattasse al canovaccio imbastito da Miguel, tutti a recitare da “copie nascoste”.
Lucas scrive un racconto dove Miguel e Alicia compaiono con un altro nome e si confondono in ulteriori vicende che si intrecciano col loro passato. Lucas mette in costante risalto se stesso nelle note a margine del testo, credendosi forse l'unico a poter sciogliere il triangolo, «ognuno pensava che gli altri due non fossero fatti l'uno per l'altro, e di essere l'unico elemento adatto».
Come nei successivi romanzi di Benedetti i personaggi sono degli anti eroi, esseri umani imbastiti di mediocrità, bassezze e speranze. Miguel, antesignano di Martín Santomé de “La Tregua” e di Ramón Budiño di “Grazie per il Fuoco”, non è un uomo modesto o generoso nel suo ignorare se stesso, è pacatamente consapevole di impotenza e incapacità nella vita, un uomo che non vuole “mentire a se stesso”. Alicia è la donna che dovrebbe essere amata per le sue meravigliose caratteristiche se solo Miguel fosse in grado di amare, dunque di nutrire delle speranze sul futuro. Lucas è l'alter ego, colui che la fortuna ha graziato donandogli speranze e anche illusioni su di sé e sul futuro. È un romanzo sulla normalità della realtà, sullo «stupore davanti all'assurdità dell'esistenza», sulla banalità della vita seppur nell'acuta forza degli eventi, sull'accettazione dell'assenza di illusioni ma al contempo è, trasversalmente, uno scandaglio dei sentimenti che invadono la vita. E il titolo, in linea coi titoli benedettiani, rimanda al colpo di scena finale ricordandoci il suo non essere una domanda, forse solamente una condanna.
Mario Benedetti
«Chi di noi»
Ed. Nottetempo (2016)
Pagg. 116,
Euro 12
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