Paul Strand è stato un fotografo di immagini memorabili: l'artista americano non era interessato all'immediatezza che la macchina poteva concedere, non voleva cogliere l'attimo fuggente o immortalare la cronaca del giorno. Le sue foto sono posate, studiate e ragionate, pensate e poi scattate con cura e attenzione fino a cogliere l'essenza della persona nei ritratti, l'essenza del luogo nei paesaggi.
Una grande retrospettiva al Victoria & Albert Museum di Londra, la prima dalla morte di Strand nel 1976, traccia cronologicamente l'evoluzione della sua opera nel corso di sessant'anni, dalle prime foto nel cuore di New York alle ultime nel suo giardino in Francia. Influenzato dall'arte cubista e astratta, Strand fu tra i primi a prestare attenzione allo spazio e alle forme nell'immagine e a creare foto artistiche. Assieme al suo maestro Alfred Stieglitz, presto superato, e a Edward Weston, Strand trasformò la fotografia moderna in una forma d'arte.
“Wall Street”, del 1915, racconta mille storie in una sola immagine: l'immensità della metropoli, la piccolezza dell'uomo, insignificante non solo di fronte all'architettura che lo sovrasta ma anche contro le forze possenti dell'economia e della finanza. White fence, del 1916, mostra la classica staccionata bianca e la casetta del sogno americano ma allude anche all'esclusione sociale e razziale e alla chiusura verso il diverso.
Comunista convinto, Strand cercò sempre di dare un messaggio sociale e un significato alla sua opera. Grande viaggiatore, cercò l'utopia socialista in varie parti del mondo, dalle remote isole Ebridi al Ghana al Messico. Prima di fotografare voleva conoscere e capire, e per questo passava mesi nei paesi o villaggi che gli interessavano.
Il suo lungo soggiorno nei primi anni Cinquanta in una cooperativa agricola a Luzzara, nella valle del Po, ha portato ad alcune delle foto più intense e al libro Il Paese, realizzato in collaborazione con Cesare Zavattini. Spicca tra tutte La famiglia, il vivido ritratto della famiglia Lusetti: la madre matriarca e i cinque figli sulla soglia di casa. Il padre comunista era stato picchiato a morte dai fascisti.
Durante la caccia ai comunisti di McCarthy negli anni Cinquanta Strand fu costretto a lasciare l'America e trasferirsi in Francia, dove visse fino alla morte. Le sue convinzioni politiche gli riservarono diverse delusioni. Passò molto tempo in Ghana appena libero dal giogo coloniale, scattando foto che dovevano essere una celebrazione di un Paese africano socialista, e libero. Il progetto fu archiviato e il sogno infranto quando il presidente Kwame Nkrumah, che lo aveva invitato, diventò dittatore de facto.
Solo negli ultimissimi anni di vita Strand smise di viaggiare e spostò la sua attenzione verso le cose vicine, soprattutto il suo giardino. L'ultima sala della mostra presenta foto di piante e fiori, straordinariamente dettagliate, dimostrazione che la natura merita lo stesso rispetto, la stessa meticolosa riflessione e può creare la stessa intensa atmosfera.
Paul Strand: Photography and Film for the 20th Century
Fino al 3 luglio 2016
Victoria and Albert Museum, Londra
http://www.vam.ac.uk/content/exhibitions/exhibition-paul-strand-photography-and-film-for-the-20th-century/
© Riproduzione riservata





