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Tu chiamale se vuoi citazioni, ma per il Tribunale sono casi di plagio

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Tu chiamale se vuoi citazioni, ma per il Tribunale sono casi di plagio

Sulla scalinata che porta al successo tante sono le insidie e gli inciampi in cui incappano non solo artisti sconosciuti in cerca di affermarsi, anche dei big già affermati. L'ultimo caso è quello dei Led Zeppelin che il 10 Maggio si esibiranno non in un concerto ma davanti a una Corte per plagio: Robert Plant e Jimmy Page dovranno presentarsi in Tribunale a Los Angeles con l'accusa di violazione di copyright per la canzone ‘Stairway to Heaven', una hit di elevato valore artistico e commerciale: oltre 410 milioni di euro.

La Corte dovrà stabilire se il gruppo ha effettivamente copiato o meno le note pizzicate per chitarra da Jimmy Page molto simili all'arpeggio iniziale di ‘Taurus' degli Spirit. Secondo il giudice, gli avvocati del chitarrista degli Spirit, Randy California (morto nel 1997), avrebbero mostrato prove sufficienti a dimostrare che i Led Zeppelin hanno copiato la canzone ‘Taurus', contenuta nell'album di debutto degli Spirit. Chissà con quale esperto i due autori degli Zeppelin si presenteranno al processo: magari con un colpo di teatro si avvarranno di un musicista classico così come fece Renato Rascel che per difendersi dall'accusa di aver copiato “Romantica”. Il cantante romano schierò a difesa dell'originalità della sua composizione una superstar del Novecento come Igor Stravinsky.

Ricordiamo per la cronaca che ebbe la meglio su Ildebrando Pizzetti, autore riformista del melodramma italiano nonché perito di parte del querelante. Quella del plagio è un'accusa complessa da dimostrare e più che altro si avvale dell'autorevolezza e competenza dei periti chiamati in causa anche perché i risarcimenti in ballo sono ingenti. Prendiamo un caso recente di condanna per plagio, sempre ad opera di una Corte di Los Angeles, nei confronti del brano “Blurred Lines” , un tormentone dell'Estate italiana 2013: il duo Pharrell Williams e Robin Thicke deve pagare più di 7,3 milioni di dollari ai familiari di Marvin Gaye. “Blurred Lines”, secondo i giudici è molto somigliante a “Got to give it up”, un successo del cantante soul (morto nel 1984) risalente al 1977. L'indubbia somiglianza è data dal groove, la base ritmica, anche se la melodia è abbastanza diversa. La sentenza è stata emessa da otto giurati che per settimane hanno ascoltato le analisi musicologiche dei periti sulla somiglianza o meno tra i due brani. Ebbene il risarcimento stabilito è superiore agli oltre 5 milioni di dollari incassati da“ Blurred Lines”, prima nella classifica dei brani negli Stati Uniti per diverse settimane: a Nona, Frankie e Marvin III figli di Gaye vanno 4 milioni di dollari di danni e altri 3,4, legati ai profitti realizzati da Thicke e Williams con il singolo.

Ci sono altri precedenti di citazioni volontarie o plagi inconsci involontari come si potrebbe definirli a seconda dei punti di vista: su tutti spicca l'esordio solistico di George Harrison con “My Sweet Lord” (1970), condannato perché assai simile al brano “He's So Fine” delle Chiffons (1963). L'ex Beatle nel 1976 fu condannato dal tribunale di New York per aver “inconsciamente” plagiato le Chiffons. Harrison pagò 1,6 milioni di dollari, per violazione “inconscia” del copyright.

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