Cultura

La Sicilia più bella in mostra al British Museum

  • Abbonati
  • Accedi
londra

La Sicilia più bella in mostra al British Museum

  • –di Nicol Degli Innocenti

In Sicilia, scrisse nel 1886 Guy de Maupassant, «si trova tutto quello è stato messo sulla terra per sedurre gli occhi, l'anima e l'immaginazione». L'isola, triangolo di terra fertile nel bel mezzo del Mediterraneo, tra l'Europa cristiana e il Nordafrica islamico, ha sempre attratto ondate di invasori. La mostra “Sicilia: cultura e conquista”, organizzata dal British Museum in collaborazione con la Regione Sicilia e l'Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, si concentra su due periodi particolarmente ricchi di arte della storia dell'isola, separati da oltre mille anni: il dominio dei Greci e il regno Normanno.

Dopo una breve introduzione sulla Sicilia preistorica, che rivela quanto fosse sofisticata anche prima dell'arrivo dei Fenici, la prima parte della mostra è dedicata ai secoli di dominio dei Greci. Dalla prima colonia a Naxos nel 735 a.C., i greci portano nuove idee e un fiorire delle arti. I ‘tiranni', in competizione tra loro, ostentavano il loro potere e la loro ricchezza facendo costruire templi magnifici e organizzando corse di carri e di cavalli. Oggetti di terracotta, tra cui un altare, statue di marmo, sculture, gioielli d'oro e monete d'argento mirabilmente incise con i ritratti dei potenti dimostrano la ricchezza dell'arte e dell'artigianato del tempo. Siracusa, la città più importante dell'epoca, luogo natale di Archimede, fu descritta da Cicerone come “la più grande e la più bella di tutte le città greche”.

Una vetrina racchiude un oggetto straordinario, il rostrum di bronzo di una delle navi romane impegnate nella cruciale battaglia delle Egadi del 10 marzo 241 a.C., da poco ritrovato in mare. La vetrina presenta un rapidissimo sguardo ai successivi 1.300 anni, dalla Sicilia diventata prima provincia romana alle invasioni dei vandali, fino alla conquista da parte degli arabi, che portarono tra l'altro le arance per le quali l'isola è celebre.

Si passa poi alla seconda parte della mostra, dedicata ai Normanni. Nel 1061, guidati da Ruggero de Hauteville, i normanni sbarcarono in Sicilia e la trasformarono nella superpotenza del Mediterraneo. La mostra sottolinea come Ruggero, incoronato re di Sicilia a Palermo il giorno di Natale del 1130, suo figlio Ruggero II e i suoi successori abbiano consciamente optato per una strategia di tolleranza e di inclusione per governare l'isola ormai multi-etnica.

Questa felice fusione di tradizioni diverse è evidente nella Cappella Palatina di Palermo, arricchita da mosaici bizantini, marmi italiani e soffitti di legno intagliato nordafricani. Una lapide funeraria di marmo del 1149 dimostra la coesistenza pacifica di religioni e culture diverse, con una scritta in quattro lingue: ebraico, latino, greco e arabo.

Federico II, il nipote di Ruggero e di Federico Barbarossa, imperatore di gran parte d'Europa ma con la sua corte a Palermo, rappresenta l'apice della Sicilia centro di innovazione scientifica e fiorire delle arti, ma anche centro politico d'Europa. Un suo grande busto di marmo dimostra perchè fu soprannominato Stupor mundi.
I successori di Federico non riuscirono a tenere a bada gli invasori, e la Sicilia iniziò il suo declino. L'ultimo oggetto in mostra è un quadro di Antonello da Messina del 1460: per avere successo, il grande artista siciliano fu costretto a lasciare la sua isola e a trasferirsi a Napoli.

La mostra del British Museum, oltre a riunire oltre duecento oggetti di grande bellezza, è una lezione di storia che ha anche grande rilevanza per il mondo di oggi. E, casomai il messaggio della mostra sui vantaggi del multiculturalismo, della tolleranza e dell'apertura agli altri non fosse abbastanza esplicito, il British Museum ha organizzato vari eventi sull'immigrazione nella storia europea. Il passato può far luce sul presente.

Sicily: culture and conquest
Fino al 14 agosto 2016
The British Museum, Londra
www.britishmuseum.org/sicily

© Riproduzione riservata