Londra, inverno 1941- 42. La battaglia sui cieli d'Inghilterra è vinta, ma la Luftwaffe riesce ancora ogni tanto a bombardare. I civili continuano a morire. L'Inghilterra è sola, assediata. Tutta Europa è tutta nelle mani di Hitler. Gli Stati Uniti sono lontani, stanno faticosamente organizzandosi per la guerra nel Pacifico. In queste circostanze buie e incertissime, un pugno di persone pensa al futuro con l'«ottimismo della ragione». Guidati da Keynes, economisti del calibro di Harrod e Meade mettono insieme un piano per il futuro economico del mondo. Sotto le bombe, pensano al lunghissimo periodo, dopo la vittoria della quale non vogliono dubitare. La lungimiranza politica e intellettuale di Keynes e del suo gruppo, nel buio della tragica incertezza, è un esempio di come, a volte, poche grandi personalità abbiano fatto la differenza, abbiano influenzato in modo tangibile il corso della storia.
Oltre Atlantico, in condizioni meno drammatiche (le bombe non cadevano su Washington) ma altrettanto incerte, Dexter White, sottosegretario al Tesoro, si pone lo stesso problema: organizzare un sistema economico e monetario internazionale che non faccia ripiombare il mondo nel ristagno e nella disoccupazione degli anni Trenta, superando lo stretto corsetto monetario del gold standard senza ricadere nelle distruttive guerre monetarie e tariffarie. Affrontando un viaggio pericoloso, Keynes va a Washington: si tratta di metter insieme i due piani. L'intellettuale di Cambridge, grande borghese, e il figlio di immigrati lituani, simpatizzante del partito comunista, non avrebbero potuto essere più diversi ma le culture da cui provengono hanno un elemento in comune, l'internazionalismo. Da questo incontro nasce la conferenza che, dal 1 al 22 luglio 1944, meno di un mese dopo lo sbarco in Normandia, riunisce nel New Hampshire 730 delegati dei 44 paesi delle Nazioni Unite, l'alleanza contro l'Asse.
Il piano di Keynes prevede la creazione di una moneta (bancor) e di una banca centrale internazionali dalla quale i paesi in disavanzo ottengano credito e alla quale quelli in surplus versino bancor in eccesso. Vuole risolvere il problema, che ancora oggi ci assilla, dell'asimmetria degli sforzi richiesti a creditori e debitori per mantenere in equilibrio il sistema monetario internazionale. Keynes però sottovaluta i rapporti di forza, il fatto trent'anni di guerra civile europea hanno consegnato agli Stati Uniti la supremazia politica ed economica. Prevale, dunque, il più limitato piano di White per la creazione di un Fondo di Stabilizzazione al quale tutti i paesi membri contribuiscano. È il Fondo monetario internazionale che, con la Banca Mondiale, viene ufficialmente creato a Savannah, piccola città della Georgia, nel marzo 1946. Keynes e White si ritrovano per l'ultima volta. L'economista di Cambridge, già gravemente malato, morirà poco dopo. White nel 1953, accusato di comunismo in piena campagna maccartista.
Alla nascita del cosiddetto “sistema di Bretton Woods” fa seguito, nel 1948, il Piano Marshall, l'impegno degli Stati Uniti non solo per la ricostruzione ma, soprattutto, per la progressiva integrazione dell'Europa occidentale. I rappresentanti di Paesi che solo quattro anni prima si erano ferocemente combattuti, accettano di sedere insieme attorno al tavolo dell'Oece (la futura Ocse) per coordinare la distribuzione degli aiuti americani: il seme di quelle che saranno, pochi anni dopo, l'Unione europea dei Pagamenti, la Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio e, infine, la Comunità economica europea. gtoniolo@luiss.it
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