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Tutta la vita in un quadro

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Libri

Tutta la vita in un quadro

Andrea è un chirurgo affermato. Intrattiene con i colleghi rapporti improntati a cordialità e cortesia, ma non ha molti amici. È sposato con Cristiana, dalla quale ha avuto tre figlie: Livia e Lorenza, già maggiorenni, e la quattordicenne Lavinia. La moglie a un certo punto gli chiede - per lui inspiegabilmente - la separazione, una scelta che egli subisce protestando solo debolmente. È da questo trauma, il quale mette in crisi la sua vita, che si sviluppa un percorso a ritroso nel tempo, nelle ferite dell’infanzia e della giovinezza, prime fra tutte l’assenza del padre e la morte improvvisa, ai tempi della scuola, del fratello Manfredi, investito da un’automobile.

Le diverse fasi della vita di Andrea - ciò che è stato, ciò che è ora e ciò che sarà da questo momento in poi - si dipanano attraverso ripetuti riferimenti a un quadro del pittore futurista Giacomo Balla, un cimelio di famiglia che il padre non si era portato via quando aveva deciso di lasciare la moglie. Mentre nel confronto con il cugino Giulio - che dalla morte di Manfredi, suo migliore amico, non si era più ripreso - emergono i lati oscuri del passato e una nuova, misteriosa figura femminile, Valentina, si affaccia inaspettatamente alla sua vita, Andrea si trova a interpretare i vari momenti dell’esistenza sulla base delle suggestioni che provengono da quel dipinto, caratterizzato da «una dimensione trasognata, resa spirituale dal tempo che archivia ogni cosa e dalla luce che coglie i segreti».

L’esordiente Filippo Danovi - milanese, classe 1968, avvocato e docente di Diritto - con La vita dipinta pubblica, nella collana «Versus. Giuristi raccontano» di Novecento Editore, una narrazione insieme realistica e visionaria sulla fragilità emotiva e sentimentale dei quarantenni di oggi. Un romanzo generazionale che, su uno sfondo sociale tratteggiato in maniera convincente, mostra apprezzabili capacità di scandaglio psicologico e di interrogazione esistenziale.

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