Cultura

La mostra fotografica al Mast di Bologna

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immagini e video

La mostra fotografica al Mast di Bologna

Duecento scatti e una sezione video raccontano le trasformazioni di un luogo fatto di terra, lavoro e sogni che si è sviluppato lungo i 200 chilometri dell'arteria commerciale più antica Un'idea nata negli anni Ottanta in un garage, 30 anni dopo, ricopre un'area di 150mila metri quadrati a Cesena. Stiamo parlando di Technogym, una delle numerose aziende di successo che sono nate lungo la Via Emilia, la grande arteria commerciale costruita dal console Marco Emilio Lepido più di duemila anni fa che va dal fiume al mare.

E proprio una gigantografia del fotografo Carlo Valsecchi degli attrezzi della fabbrica del wellness, è stata scelta per raccontare la mostra “Ceramica, latte, macchine e logistica fotografie dell'Emila Romagna al lavoro” inaugurata al Mast a Bologna. L'esposizione, che comprende oltre 200 immagini e video su ambienti e realtà produttive della regione, sviluppa e integra il tema dell'undicesima edizione del festival di Fotografia europea 2016 “La via Emilia. Strade, viaggi, confini” che si svolge fino a luglio a Reggio Emilia. Osservando le foto esposte di Gabriele Basilico, Tim Davis, Olivo Barbieri, William Guerrieri, Paola De Pietri, ci si immerge nei luoghi di lavoro e fatica che in questi ultimi decenni hanno subito profonde trasformazioni contagiando anche il paesaggio.

Nella fotogallery al Mast non ci sono i volti usurati dei contadini ritratti da Paul Strand negli anni Cinquanta a Luzzara, ma quello datato 1953 dell'operaio della Amga (società di distribuzione di gas) di Enrico Pasquali. Accanto alle cartoline delle fabbriche del passato come la smerigliatrice delle Officine Minganti (azienda d'eccellenza bolognese di macchine utensili ora scomparsa) troviamo anche gli scatti dell'operaio immigrato che lavora nelle fonderie e quelli degli addetti della ceramica nel modenese ritratti da Paola De Pietri nella serie “Seccoumidofuoco”. Le enormi strutture di acciaio degli stabilimenti ceramici che ingoiano argille, caolino hanno fatto sparire gli operai ridotti ormai a puri controllori e supervisori, quasi dei fantasmi.

Sulle bianche pareti della Fondazione sono esposte anche le immagini dei cantieri della Tav, dei forzieri-hangar che contengono le forme di parmigiano dei caseifici industriali e le immagini di scena del film “Il deserto rosso” di Antonioni che ritraggono Monica Vitti davanti alle ciminiere del porto di Ravenna. Un inventario questo dello sviluppo economico degli ultimi 50 anni da conoscere e rivedere, prima che il processo innescato dalla rivoluzione digitale lo stravolga radicalmente. Lo sostiene Urs Stahel, curatore della mostra: “È quasi un'istantanea della quiete prima della tempesta. Alle immagini scelte è affidato il compito di raccontare come le vecchie strutture produttive scompaiano, sostituite da nuovi impianti e sistemi ad altissimo contenuto tecnologico per le quali sarà necessario inventare anche nuove forme artistiche in grado di rappresentarle”.

Oltre alle foto è possibile assistere alla proiezioni di alcuni video tra i quali “La via Emilia è un aeroporto”, il racconto di Franco Vaccari dell'arteria stradale dove 24 ore su 24 si riversano torrenti di merci e commerci (anche illegali). Una sala invece è riservata alla proiezione non stop del documentario ”Le radici dei sogni- L'Emilia Romagna tra cinema e paesaggio” di Francesca Zerbetto e Dario Zanasi nel quale vengono narrati i paesaggi che hanno nutrito le fantasie di alcuni dei maestri del cinema italiano nati qui. Un altro Amarcord.
Festival della Fotografia Europea, «La via Emilia. Strade, viaggi, confini», Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio, http://www.fotografiaeuropea.it/
«Ceramica, latte, macchine e logistica, fotografie dell'Emilia Romagna» al Mast dal 5 maggio all'11 settembre, http://www.mast.org/

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