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Il ceppo del pregiudizio

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Scienza e Filosofia

Il ceppo del pregiudizio

Illustrazione di Guido Scarabottolo
Illustrazione di Guido Scarabottolo

Come mai persone benestanti e apparentemente colte preferiscono non vaccinare i figli? Perché proprio nelle parti più fortunate del mondo non si riesce più a raggiungere l’immunità di gregge, cioè un’estesa diffusione dei vaccini in grado di bloccare la catena delle infezioni? Eppure un’epidemia ormai dimenticata, l’influenza spagnola del 1918-20, uccise più persone della Grande Guerra. E i vaccini l’avrebbero evitata.

Il libro di Andrea Grignolio risponde a queste domande raccontando le vicende che in vari Paesi hanno condotto a questo stato di cose. Ci sono delle pre-condizioni generali, come il sospetto nei confronti della scienza o, più precisamente, nell’autorevolezza di chi è portatore di conoscenze scientifiche. Anche Internet ha contribuito perché permette a tutti di farsi le proprie opinioni in ogni campo, tra cui quello medico, diffondendo così strategie di dibattito da bar, dove lo scontro tra i punti di vista personali contagia i telespettatori. Talvolta è bene rifarsi alle proprie esperienze, per esempio nell’esercizio di lavori e professioni. Ma, in altri ambiti, limitarsi a quello che sappiamo “personalmente” conduce a ragionare su degli scenari e su dei campioni non rappresentativi della popolazione. Si finisce così per rinforzare le proprie opinioni perché peschiamo in rete o sui social chi la pensa come noi. Capita che nei dibattiti uno scienziato o un vero esperto venga messo su un piede di parità con persone che non hanno la minima idea di che cosa sia uno studio clinico controllato per valutare l’efficacia di una terapia farmacologica. In altri campi i pre-giudizi, che si trasformano in solidi post-giudizi, se si cerca soltanto chi la pensa come noi, risulterebbero immediatamente improponibili.

Immaginiamo uno scienziato fasullo che va in televisione e sostiene d’aver trovato un metodo per provare che il sole gira intorno alla terra, quel che vediamo tutti i giorni. Che cosa farebbe la televisione? Manderebbe in onda programmi basati sulla par condicio? Con una persona che difende la tesi eliocentrica e una che vi si oppone? No, non succederebbe. Le due tesi non sono su un piede di parità, tutti danno per scontato che è vero quello che non si vede.

Come mai questo non avviene nel caso dei vaccini? Perché i vaccini hanno eliminato le malattie facendoci dimenticare quanto sia pericoloso non vaccinare i bambini. Mentre il sole è sempre là, e nulla cambia, proprio il successo delle vaccinazioni permette la diffusione di credenze errate e di storie ansiogene, una volta persa la memoria delle grandi epidemie. Il libro di Grignolio documenta bene e in dettaglio i singoli errori di ragionamento alla base del diffondersi di teorie complottiste e la conseguente riemersione di ceppi virulenti, talvolta, mortali.

Oggi, per quanto la situazione sia grave, va evitata la tentazione di ricorrere al principio di autorità: la scienza dice bla, bla, bla. È cruciale al contrario insegnare fin dai tempi della scuola a pensare “bene”, con la propria testa. Il grande vantaggio del pensiero critico, contro il principio di autorità, deriva dal fatto che gli stessi errori capitano dappertutto.

Dopo aver finito il saggio di Grignolio ho letto un giallo avvincente di Marco Malvaldi, La battaglia navale (Sellerio). L’indagine poliziesca parte, e all’inizio si è nelle stesse condizioni di quando si gioca una partita di battaglia navale. Sembra che gli spari andati a vuoto non diano alcuna informazione, e invece dimostrano che una certa ipotesi è falsa. Inoltre un provetto investigatore non confonde ciò che è segno di qualcosa e ciò che è causa di qualcosa (il movente), e non commette quegli errori nel ragionamento probabilistico che caratterizzano proprio l’avversione ai vaccini. Mi sono divertito (e compiaciuto) a leggere La battaglia navale non solo perché è proprio una bella storia, ma anche perché Malvaldi mostra in modo esplicito come i passaggi cruciali verso la soluzione corrispondano ai meccanismi esposti ne La buona logica, il libro che ho scritto nel 2015 insieme a Armando Massarenti. L’ostilità ai vaccini è, purtroppo, l’altra faccia della medaglia perché si nutre di mala logica (e non di stupidità).

Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, Torino,
pagg. 118,€ 14

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