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Empowerment sociale? Si può

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Economia e Società

Empowerment sociale? Si può

Valorizzazione. Un’opera di Enzo Caruso in via Francesco Russo a Praiano, Comune tra Positano e Amalfi
Valorizzazione. Un’opera di Enzo Caruso in via Francesco Russo a Praiano, Comune tra Positano e Amalfi

Negli ultimi tre anni a Praiano, un paesino di 2mila abitanti sulla Costiera Amalfitana a metà tra Positano e Amalfi, è stato condotto un esperimento d’“ingegneria civica”. Nel luglio del 2013, un ristretto nucleo di abitanti ha costituito una Ong e avviato un progetto, AgendaPraiano, che voleva da una parte portare alla definizione di un piano strategico per il futuro del paese attraverso un utilizzo intelligente dei fondi europei e dall’altra introdurre nuove dinamiche di partecipazione sociale che alimentassero un modo diverso di fare azione pubblica.

Un progetto ambizioso, frutto anche dello studio di testi sul tema della carenza di capitale sociale nel Mezzogiorno scritti da accademici sia stranieri (Edward C. Banfield e Robert Putnam) sia italiani (Luigi Guiso, Paola Sapienza e Luigi Zingales). Ma con una finalità molto pratica: verificare se in una Regione difficile come la Campania fosse possibile partire da quelle nozioni accademiche per cambiare le cose e costruire capitale sociale.

La prova che è possibile sta sotto gli occhi di chiunque oggi visiti Praiano, dove il modello studiato, battezzato AgendaComune è stato sperimentato sul campo. Ieri sono stati inaugurati i primi otto itinerari d’arte che stanno trasformando Praiano in uno straordinario museo a cielo aperto. Come nel famoso Park Güell di Barcellona, l’utopistica città-giardino progettata agli inizi del secolo scorso dall’architetto catalano Antoni Gaudí in cui ceramica e architettura si fondono nel paesaggio circostante, gli itinerari del Progetto Praiano NaturArte hanno creato uno straordinario ibrido tra arte e natura, tradizione e innovazione.

Ma il successo del progetto non è dato solo dalla qualità delle opere che sono state installate lungo le “arterie” pedonali del paese per ridare attualità al concetto di arte diffusa caratteristico delle antiche edicole votive erette un po’ dappertutto a Praiano nel corso dei secoli. Il vero successo viene dai modi in cui il progetto è stato ideato, sostenuto e realizzato. E dal potenziale impatto che può avere in un’Italia sempre più affetta dal senso d’impotenza e dalla conseguente accettazione di uno status quo che non piace a nessuno ma viene ritenuto immodificabile (vedi il sito www.agendacomune.org).

Perché AgendaPraiano ha cambiato molto. A partire dall’atteggiamento degli stessi praianesi. La prima iniziativa presa dall’Onlus è stata infatti quella di costituire un fondo che avrebbe permesso di partecipare con una quota di co-finanziamento locale a qualsiasi progetto per il quale si sarebbero chiesti fondi regionali, nazionali o comunitari. Insomma, i primi a contribuire al piano di posizionamento strategico del paese come grande museo a cielo aperto sarebbero stati gli stessi suoi abitanti, che nel giro di pochi mesi hanno raccolto circa 20mila euro. Dopodiché si è chiesto ad amministrazione e opposizione di fare proprio un progetto nato dal basso sottoponendolo a un bando regionale finanziato da fondi europei.

La natura stessa del progetto rappresentava un forte elemento di rottura. Perché quasi l’85% dei fondi sarebbe stato speso in interventi di natura strutturale (a partire dalle installazioni d’arte), anziché passeggera come spesso succede. È infatti usanza diffusa quella di servirsi dei fondi “strutturali” europei per finanziare eventi che di strutturale non hanno proprio nulla. Anzi, ricordano semmai i “mandàla”, quelle opere create con granelli di sabbia di colori diversi da monaci buddhisti che dopo un certo periodo di tempo vengono distrutte spazzando via la sabbia di cui sono composte. Nella filosofia buddista quel gesto vuole ricordare sia la caducità delle cose sia la loro rinascita. E in quell’ambito il mandàla ha sicuramente un suo senso. Molto meno in un ambito di utilizzo di fondi europei.

Il 15 giugno 2015, la Regione Campania ha annunciato che Praiano NaturArte è stato uno di 31 progetti vincitori di un bando con fondi europei. E da allora, per quasi un anno, il piccolo nucleo di membri di AgendaPraiano ha lavorato con il personale politico e amministrativo del Comune affinché il progetto fosse realizzato con il massimo dell’efficienza e della trasparenza possibile coinvolgendo anche forze private. La trasformazione di Praiano in un grande museo a cielo aperto non avrebbe infatti portato i risultati desiderati se non vi fosse stato modo di diffondere la notizia. A questo scopo un aiuto fondamentale è stato fornito da Altrama Srl, la startup calabrese che ha prodotto Viaggiart.it, la piattaforma digitale sul turismo culturale italiano che ha appena partecipato alla realizzazione dell’omonimo canale di viaggi dell’agenzia nazionale Ansa.

Il contributo di Altrama è stato nel fornire il know-how tecnico per lo sviluppo di una App e di un portale dei maggiori beni artistici, archeologici e culturali dell’intera Regione Campania - www.amalficoasting.org.

Nel suo piccolo, Praiano ha insomma dimostrato che è possibile passare dal senso d’impotenza al cosiddetto empowerment sociale. E che per riuscirci bastano poche persone con le idee chiare, un forte modello di governance partecipata e una rete di supporto professionale.

Avanti il prossimo… progetto! Per spostare sempre più in avanti l’asticella dell’ottimismo. E permetterci di continuare a credere nel cambiamento in positivo.

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