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Londra riscopre l'Astrattismo Italiano

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Londra riscopre l'Astrattismo Italiano

GIACOMO BALLA. Velocita + Rumore,1913, 18.7x30.2 cm
GIACOMO BALLA. Velocita + Rumore,1913, 18.7x30.2 cm

Un'arte scaturita dal contesto politico e sociale, come reazione ai grandi eventi dell'epoca, ma con una grande varietà di interpretazioni. Una mostra a Londra esplora i diversi movimenti artistici in Italia dagli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra al periodo dopo il secondo conflitto mondiale: cinque decenni di grandi cambiamenti, difficili ma anche produttivi.
‘Futurismo, Astrattismo e Arte Concreta', alla galleria Robilant + Voena di Mayfair, diretta da Gian Enzo Sperone, raccoglie 86 opere di 26 artisti italiani che hanno partecipato ai tre diversi movimenti per sottolineare la vitalità, ricchezza e originalità dell'astrattismo italiano del Ventesimo secolo.
La rassegna inizia con l'astrazione futurista di Giacomo Balla: dodici opere del 1913 e degli anni successivi, a firma ‘Futurballa', che esprimono tutto il dinamismo e l'energia del movimento con turbini, spirali, linee diagonali e vortici colorati, sintesi di luce e movimento. Si passa poi all'astrazione organica e ‘analogia plastica' di Enrico Prampolini che incorporava elementi Dada, cubisti e surrealisti.

L'astrattismo milanese, nato negli anni Trenta, è rappresentato da artisti come Atanasio Soldati, Mario Radice, Mauro Reggiani, Manlio Rho e Luigi Veronese, riuniti attorno alla Galleria del Milione che diventò il centro vitale dell'arte del tempo e portò poi alla creazione del gruppo Zero.

La vitalità del mondo artistico italiano dell'epoca fu notata da Wassily Kandinsky, che in una lettera del 1936 a Will Grohmann scrisse che “i rappresentanti più radicali si trovano in Italia, dove ce ne sono una ventina. Spuntano come funghi dopo la pioggia”.

L'ultima parte della mostra, dedicata agli anni dopo la seconda guerra mondiale fino alla metà degli anni Cinquanta, illustra l'antagonismo tra l'arte astratta e concreta e il realismo fortemente politicizzato dell'epoca. Artisti come Soldati, Bruno Munari, il critico Gillo Dorfles e l'architetto e designer Gianni Monnet erano convinti che solo l'arte astratta potesse prendere le distanze dal passato e creare un nuovo linguaggio per il futuro. Dopo la devastazione delle guerre mondiali e la guerra civile in Italia, il rigore e la bellezza di linee, forme e colori diventavano simboli di rigenerazione alla ricerca di nuovi e duraturi valori.
L'obiettivo della mostra, dichiara Sperone, è non solo “rendere omaggio a una galassia di pittori italiani che hanno avuto molta influenza” ma anche invitare a una rivalutazione e rilancio dell'astrattismo italiano di quegli anni che “non è studiato con la dovuta attenzione”.

Painting in Italy 1910-1950s: Futurism, Abstraction, Concrete Art
Fino al 15 luglio 2016
Robilant + Voena, Londra
www.robilantvoena.com

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