Presentatàrm! X-Men e X-Women, tutti schierati in parata. È il festival dei supereroi, alcuni indomitamente schierati nel campo del Bene, altri tentati dal fascino del Male. Che si materializza, nella nuova, pirotecnica puntata, nel personaggio di Apocalisse, ritornato alla vita dopo un sonno durato millenni. Questa volta, infatti, si scomoda anche l’Antico Egitto, in un rutilante prologo all’ombra delle piramidi. È da quelle esotiche parti e in quei tempi remoti che un mutante rimane intrappolato in una tomba, proprio nel bel mezzo di un’operazione magica destinata a renderlo indistruttibile. Ed è solo nel 1983 della nostra povera era (quando ancora il mondo era diviso tra Est e Ovest) che il fantasiosissimo Singer lo fa risorgere, riportato in vita al Cairo da una confraternita di incauti adoratori dei misteri del passato. Ora Apocalisse può scatenare tutta la sua mortifera potenza. Ha però il desiderio di portare dalla sua parte alcuni dei mutanti nostri contemporanei, a partire dal possente (e perennemente iperproblematico) Magneto. Costui, dopo le vicissitudini e i molti guai degli episodi precedenti, si è rifatto una vita nella Polonia schiacciata dal ferreo tallone comunista, mettendo su famiglia e lavorando come un qualsiasi operaio in una infernale acciaieria stile Metropolis. Quando la sua vera identità viene infine alla luce, e i suoi cari sterminati, l’angosciato Magneto diventa il più fedele e temibile alleato del Mostro Distruttore. Cavalcata da una metropoli all’altra del mondo ai tempi del Muro di Berlino, ricostruzioni da capogiro (il film è costato 234 milioni di dollari, impegnando 15mila addetti!), fantasy e storia, tormenti psicologici e catastrofi reali. Una grande, grande giostra, diretta da Singer, regista produttore sceneggiatore, con la consueta, iperbolica, funambolica maestria.
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