La metropolitana è l'emblema dei “non luoghi”, anonima seppur indispensabile. La città di Brescia la trasforma in un “luogo” d'arte. 5 installazioni pensate per 5 stazioni, una mostra diffusa, in cui alcuni protagonisti dell'arte contemporanea italiana interagiscono con la rete metropolitana inaugurata nel 2013. Un progetto voluto da Brescia Mobilità, curato dalla rivista d'arte Nero in collaborazione con Fondazione Brescia Musei. «Si discute spesso su dove collocare l'arte contemporanea, molte città non hanno un museo specifico» spiega Marco Medeghini, direttore di Brescia Mobilità «SubBrixia, è luminosa, la luce entra dall'alto, non ha le cupezze di altre metropolitane, è un volume unico è si è rivelato un ottimo contenitore di opere».
Alla fermata Stazione, installata sopra le scale mobili della metropolitana, campeggia un cartello con la scritta Brescia sottosopra. E' “Brixia” di Marcello Maloberti, scultura-oggetto in verticale, un grande cartello stradale rovesciato per ricordare l'altra città, quella archeologica.
La storia si fa materia nell'intervento luminescente di Patrick Tuttofuoco, tubi al neon, soffiati a mano, disegnano i tre soggetti che si accendono e si spengono cambiando la risoluzione cromatica. Sono Minerva, Claudio II detto il gotico e il capitello corinzio alla base del ritrovamento della zona sacra di età romana, oggi al centro di Brixia-parco archeologico. Le luci generano un insieme che a tratti sembra “mito-donna, ritratto d'uomo, figurazione/astrazione”, quando tutti i neon si accendono si crea una connessione fra i tre elementi, visibile alla fermata San Faustino.
Ironico il progetto di Ra Di Marino alla stazione Marconi, mescolando fotografia e cinema l'artista crea un manifesto per un film che non girerà mai, ispirato a “The swimmer” di Frank Perry, uscito nel 1968 con Burt Lancaster. L'opera è un'immensa affiche con l'immagine di Filippo Timi, l'utilizzo del linguaggio pubblicitario smarrisce il pubblico che si chiede: «Ma è già uscito quel film?»
“Rationabiles tubas o guarigione” di Francesco Fonassi, alla stazione Ospedale, è un'installazione sonora che diffonde vari messaggi attraverso un sistema audio e un software che permettono la riproduzione di suoni in variazione continue.
L'installazione di Elisabetta Benassi alla stazione di piazza Vittoria ha la voce registrata dell'artista che sorprende i passeggeri elencando una serie di parole non connesse.
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