Cultura

Collezioni private da parata

  • Abbonati
  • Accedi
GENOVA

Collezioni private da parata

Gregorio De Ferrari: «Bacco e Arianna» (particolare), collezione privata
Gregorio De Ferrari: «Bacco e Arianna» (particolare), collezione privata

I «Gentiluomini genovesi.. intendenti di pittura», di cui descrive le sontuose dimore il biografo seicentesco Raffaele Soprani, sono coloro che ospitarono Rubens agli albori del secolo e poco dopo accolsero con clamore il suo allievo più talentuoso, Anton Van Dyck, contendendosi il suo fine pennello per un ritratto. Il clima effervescente della Suberba vede, insieme a quei nomi di fama internazionale, decine di altri maestri a cui i nobili chiedevano una quantità mai vista prima di quadri «per ornamento delle proprie case e palazzi».

La mostra Uomini e dei. Il ’600 genovese dei collezionisti, curata da Anna Orlando per Palazzo della Meridiana e prorogata fino al 3 luglio, attinge dall’immenso bacino delle dimore private, e dalle loro raccolte di antica o recente formazione. Vuole ricostruire quell’atmosfera un po’ speciale di domestica convivenza con la bellezza. Qualche grande tela “da parata”, con favole mitologiche o storie bibliche – splendide quelle di Giovanni Benedetto Castiglione, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, e Bartolomeo Guidobono -, si alterna a quadri “da stanza”, dai paesaggi di Antonio Travi e Sinibaldo Scorza, ai soggetti religiosi di Bernardo Strozzi, Orazio De Ferrari, Alessandro Magnasco. Ci sono un po’ tutti, i nomi che hanno reso grande questa scuola pittorica, e le sessanta opere che Anna Orlando ha selezionato tra le tante studiate negli anni, sono in qualche caso inedite; altre erano rimaste nascoste dai tempi delle storiche mostre del dopoguerra a Palazzo Reale curate da Antonio Morassi o a Palazzo Bianco curate da Caterina Marcenaro e promosse dal presidente di Confindustria nonché fine collezionista Angelo Costa.

Nelle sale della Meridiana non sono proposte in rigorosa sequenza cronologica. Sul filo dell’intreccio tra sacro e profano, vengono preferiti piuttosto gli accostamenti formali o tematici, talvolta molto suggestivi. La parete con una squisita sequenza di Valerio Castello giovanili non si era mai vista. Così come non era mai stato possibile finora l’accostamento di tre diverse versioni del Crocifisso del Grechetto, o di tre piccoli rami di Gregorio De Ferrari, da cui emerge tutto l’estro e la modernità di questi artisti.

Le suggestioni sono molte, su diversi piani di lettura, e la storia della pittura s’intreccia con quella del collezionismo. Alla gradevolezza del risultato contribuisce anche il “contenitore”, visto che la cinquecentesca dimora “della Meridiana”, a due passi dai Musei di Strada Nuova, fu costruito per Gerolamo Grimaldi dal 1641 e inserito nel libro I Palazzi di Genova di Pietro Paolo Rubens pubblicato ad Anversa nel 1622. Quando l’eco della ricchezza della città risuonava forte in tutta Europa.

© Riproduzione riservata